L'Europa che verrà

Creato Mercoledì, 09 Gennaio 2019 Ultima modifica il Giovedì, 29 Ottobre 2020
L'emozione di parlare di Europa in aula (di Stella Acerno) 
La Brexit con le sue incognite sulle relazioni internazionali del prossimo futuro, l'affermazione delle teorie
sovraniste che stanno attraversando i Paesi europei, le difficoltà della moneta unica e il futuro del
multilinguismo in Europa: sono alcuni degli aspetti affrontati nel corso di "L'Europa che verrà...", l'iniziativa
organizzata dall'Università di Genova. L'incontro, al quale hanno partecipato numerosi studenti, si è svolto il
9 gennaio 2019 presso la Biblioteca del Dipartimento di Lingue e Culture moderne della Scuola di Scienze
Umanistiche.
Hanno partecipato: Elisa Bricco, direttrice del Dipartimento di Lingue e Culture moderne, Bruno Marasà,
responsabile della Rappresentanza a Milano del Parlamento europeo e Carlo Degli Abbati, già funzionario
della Corte dei conti Ue, mâitre de conférences all'Università Libera di Bruxelles.
Ha coordinato l'incontro Edoardo Pusillo, docente di Diritto dell'Unione europea.
Elisa Bricco nella sua introduzione ha sottolineato il ruolo internazionale del Dipartimento di Lingue e
Culture moderne e l'importanza del Progetto Erasmus, oltre alle sfide che i giovani laureati dovranno
affrontare in un mondo globalizzato.
Bruno Marasà, che per molti anni a Bruxelles si è occupato di politica estera, ha ricordato l'importanza di
parlare di Europa, citando anche la collaborazione con il Centro in Europa di Genova, diretto da Carlotta
Gualco, presente all'incontro.
"Sono molti i modi in cui si può parlare dell'Europa - ha premesso - anche se in questo periodo la moda è
parlarne male. E' giusto partire dal Parlamento europeo, che è l'unica istituzione eletta dai cittadini
europei, ogni 5 anni". Ne ha poi indicato il percorso storico: "Se L'Unione europea ha meno di un secolo,
circa 70 anni, il suo Parlamento, espressione più alta della democrazia dei cittadini, ha solo 40 anni.
Quando è nato, nel 1979, non aveva nessun potere sostanzialmente. Nel corso degli anni ha contribuito
attivamente al consolidamento del processo di integrazione europeo che è avanzato, basti pensare alla
moneta unica, ed ha via via ottenuto più poteri sino ad arrivare all'ultimo Trattato, quello di Lisbona del
2009, che ha rivisto tutti i trattati precedenti: il Parlamento europeo è diventato co-legislatore a tutti gli
effetti su tutte le materie di competenza comunitaria."
Bruno Marasà ha indicato la possibilità di far ricorso all'art 7 del Trattato dell'Unione europea. "Questo
articolo -ha precisato - prevede che se uno Stato viola i diritti fondamentali e le norme democratiche
aggiornate con il Trattato di Lisbona, può essere sospeso dall'appartenenza all'Unione europea con la
sospensione del voto nel Consiglio dei Ministri." Come significativo esempio di attualità ha ricordato quanto
accaduto di recente con l'Ungheria. "Io c ero quel giorno a Strasburgo - ha detto - l'Ungheria ha
palesemente violato alcune norme dello stato di diritto. Allora il Parlamento europeo, in larga maggioranza,
ha votato quella risoluzione. Quindi ora l'Ungheria in questo momento è "sotto accusa" al Consiglio
europeo sulla base di una risoluzione formale adottata dal Parlamento europeo."
"Voi avete iniziato - ha detto agli studenti Carlo Degli Abbati nel successivo intervento - un percorso
straordinario e affascinante, che io ho cominciato a 14 anni quando alla Camera di Commercio di Genova
ascoltavo affascinato le conferenze di Altiero Spinelli, fondatore del Movimento Federalista europeo.
L'Unione europea è incisiva e presente nella vita di tutti i suoi cittadini - ha anche specificato - Quando la
mattina prendiamo il cappuccino al bar, ad esempio, noi diamo un contributo al bilancio europeo, che vive
di risorse proprie tra cui una parte del gettito nazionale dell'IVA."
Carlo Degli Abbati ha poi approfondito alcuni temi riguardanti l' Unione europea come la comunicazione, la
valutazione delle politiche e l'interazione tra l'Unione europea e vari soggetti politici ed economici
internazionali (tra cui gli Uniti d'America, la Cina, la Federazione Russa, il Fondo Monetario, la Banca
Mondiale, l'ONU, l'OSCE).
Rispetto al tema della comunicazione, ha evidenziato alcune tendenze: "Ad esempio l' interesse immediato
dei politici locali a nascondere nell'informazione ai cittadini la propria partecipazione a decisioni - recepite
magari anche negativamente all'inizio - per additare un nemico esterno come responsabile di decisioni che
loro stessi hanno assunto".
Il professor Edoardo Pusillo ha invece trattato il tema del multilinguismo e della multiculturalità europea che
caratterizzano l' Unione. Rivolgendosi agli studenti ha sottolineato: "L'Europa può fare a meno di tutto,
tranne che di traduttori e interpreti, se si vuole proseguire il dialogo europeo." Ha anche ricordato agli
studenti che attraverso i loro corsi di studi e la conoscenza del funzionamento dell'Europa, loro hanno un
valore aggiunto fondamentale nella competitività nel mercato del lavoro."Voi avete" ha aggiunto "strumenti
ed elementi per capire come stanno le cose e formulare il vostro giudizio".
Bruno Masarà ha infine illustrato i risultati finora ottenuti nell'ambito della campagna "io stavoltavoto" del
Parlamento europeo.