Agenzie europee, strategia per il futuro. (di Edoardo Pusillo)

Creato Lunedì, 11 Giugno 2018 Ultima modifica il Martedì, 21 Maggio 2019
Le Agenzie europee possono essere definite organismi dotati di propria
personalità giuridica e istituiti con atti di diritto derivato (Regolamenti), cioè atti posti
in essere dalle istituzioni europee che trovano la loro fonte diretta dai Trattati (diritto
originario). Le Agenzie europee si suddividono, ma è solo una questione
terminologica, in Centri, Osservatori, Fondazioni, Autorità oppure Uffici
specializzati.
Lo stesso Regolamento istitutivo
1 del Centro di traduzione degli organismi
dell’Unione europea (CdT)
2 definisce così i principali soggetti a cui assicura i propri
servizi, cioè proprio le Agenzie: <
organismi singolarmente dotati di personalità
giuridica, di autonomia di gestione e di un bilancio proprio
>.
In quanto entità giuridiche autonome le Agenzie europee, definite talvolta Agenzie
di regolazione, costituiscono un gruppo eterogeneo e sono caratterizzate, nel loro
complesso, dall’aver introdotto un elemento di decentramento in talune attività delle
istituzioni e di supporto delle azioni europee. Si tratta infatti di organismi
appositamente creati e per questo indipendenti degli Stati, che rispondono
all’esigenza dell’Unione europea di potersi affidare, per questioni di natura giuridica,
tecnica oppure scientifica, a particolari ed efficienti strutture operative. Un
decentramento, non inteso in termini di delega o cessione del potere decisionale, che
rimane infatti saldamente ancorato alla triade istituzionale (Commissione, Consiglio e
Parlamento), ma inteso come delega di attività tecniche che altrimenti, per la loro
complessità, l’Unione non riuscirebbe a realizzare, soprattutto nell’ambito di
quell’armonizzazione tra legislazione internazionale, europea e nazionale
indispensabile perché il processo di integrazione non si fermi
3.
In considerazione del crescente numero e della notevole diversità di funzioni
svolte dalle Agenzie europee, nonché della sempre maggiore importanza che esse, nel
corso degli anni, hanno acquisto per l’esecuzione di compiti importanti nell’ambito
del difficile processo di armonizzazione e attuazione delle politiche, la Commissione
europea nel 2008 ha proposto al Parlamento ed al Consiglio, le istituzione che
rappresentano i cittadini europei ed i governi in carica degli Stati membri <
di
elaborare un quadro comune per contribuire a chiarire e standardizzare le funzioni e
i metodi di lavoro di tali agenzie
>. La proposta è contenuta nella Comunicazione al
Parlamento ed al Consiglio intitolata “Il futuro delle Agenzie europee”
4. Considerata

l’importanza acquisita dalle Agenzie nel contesto amministrativo europeo <è
necessario che le istituzioni europee abbiano una visione comune del loro obiettivo e
del loro ruolo
> e <attualmente questa visione comune non esiste>. La Commissione,
come abbiamo avuto modo di vedere anche precedentemente, sottolinea <
che le
agenzie possano fornire un reale valore aggiunto agli organismi di governance
dell'Unione
> ma <attualmente questo potenziale viene ostacolato dalla mancanza di
una visione comune del ruolo e delle funzioni delle agenzie di regolazione
>.
Va ricordato che già nel 2005 l’esecutivo europeo aveva presentato un progetto
di accordo interistituzionale per definire le regole base relative alla creazione, al
funzionamento e al controllo delle Agenzie di regolazione nell'ambito del “primo
pilasto”
5. Sebbene quel progetto facesse riferimento prevalentemente le nuove
agenzie, quelle regole potevano essere utilizzate per analizzare, in maniera formale o
informale, il meccanismo di funzionamento delle agenzie esistenti. Appena un anno
dopo però, nel 2006, i negoziati su quel progetto di accordo si arenarono poiché il
Consiglio non era disposto ad occuparsi della questione ed erano stati sollevati dubbi
sull'idoneità dell'accordo interistituzionale come strumento di intervento.
La necessità di un inquadramento, di un
common framework, per usare
l’espressione inglese, delle Agenzie era rimasta una questione aperta. E così la
Commissione, nel 2008, è tornata a sostenere la necessità di elaborare una struttura
comune per le Agenzie pur nella consapevolezza che le diversità tra una e l’alta
Agenzia, sia sotto forma di funzioni, ma anche di funzionamento e di metodi di
lavoro sussistono e sussisteranno sempre perché sono conseguenza di scelte derivare
dalla necessità di permettere ad ognuna di svolgere al meglio le proprie funzioni. La
Commissione sottolinea però che <
È necessario trovare un equilibrio tra la necessità
di definire una strategia sufficientemente uniforme che consenta alle agenzie di
svolgere un ruolo coerente nel quadro della governance europea e l'esigenza di tener
conto delle caratteristiche specifiche delle singole agenzie
>6. Ed è necessario che, in
quanto organismi pubblici dell'UE, <
tutte le Agenzie devono essere organizzate in
maniera tale da rispettare il principio fondamentale della responsabilità e della sana
gestione finanziaria
>7.
La Comunicazione della Commissione al Parlamento ed al Consiglio dell’11
marzo 2008 sul “Il futuro della agenzie” non va oltre la semplice enunciazione degli
elementi fondamentali di un progetto di inquadramento delle Agenzie, probabilmente
per non compromettere quel dialogo tra gli Stati nella ovvia consapevolezza che,
anche in questo campo, è necessario un accordo comune tra gli Stati che
appartengono all’Unione europea.
Il nuovo documento la Commissione delinea la sua strategia d’azione precisando
che non essendo <
stato possibile portare avanti la proposta di accordo
interistituzionale, la Commissione intende ritirarla e sostituirla con un invito ad
avviare un dibattito interistituzionale per definire una strategia comune
>. Il primo
passo potrebbe essere la costituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale <
un

forum nell'ambito del quale le tre istituzioni possano eseguire una valutazione
politica collettiva dell'operato delle agenzie e del loro ruolo all'interno dell'Unione.
Ciò permetterebbe di sviluppare una visione comune della configurazione ideale
delle agenzie di regolazione e di definire in maniera chiara le responsabilità delle
singole istituzioni nei loro confronti
>. Un dialogo interistituzionale che ha come
naturale sviluppo il raggiungimento di una intesa politica. Nel frattempo la
Commissione si prefigge il compito di avviare
<una valutazione approfondita delle
agenzie di regolazione, che contribuirà ad alimentare l'attuale dibattito sul futuro del
sistema delle agenzie comunitarie
> riferendo poi i risultati a Parlamento e Consiglio .
La Commissione, inoltre, ha deciso di non formulare proposte per la creazione di
nuove agenzie di regolazione fino al completamento della valutazione. Nel contempo
però porterà avanti il processo di revisione del campo d'azione delle Agenzie
esistenti.
Giugno 2018

_____________________________________________________________________________

1 Regolamento (CE) n. 2965/94.

2
Il Centro di traduzione è stato istituito nel 1994 ed ha sede in Lussemburgo, si occupa di traduzione altamente specializzata e consegna una media di
750 000 pagine l’anno a più di 60 clienti in tutta Europa. Il Centro è cresciuto costantemente, di pari passo con un numero in ascesa di lingue ufficiali
dell’Ue.

3
Cfr. Edoardo Pusillo, Europa, contenuti politici giuridici ed economici del processo di integrazione, terza edizione, Ecig, Genova, 2015

4
COM (2008) 135 dell’11.3.2008

5
COM (2005) 59 del 25.2.2005

6
COM (2008) 135 dell’11.3.2008

7
COM (2008) 135 dell’11.3.2008