I nuovI dIrIttI e L’europa del Prof. Edoardo Pusillo

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I NUOVI DIRITTI E L'EUROPA del Prof. Edoardo Pusillo

La dinamica evolutiva della società e dei rapporti umani comporta l’emergere di nuovi diritti come pure la trasformazione, il mutamento e l’ampliamento dei “vecchi” diritti. Citando il grande politologo e giurista Norberto Bobbio possiamo dire che <i diritti non nascono tutti in una volta. Nascono quando devono o possono nascere …>1. Più esattamente i diritti <nascono quando l'aumento del potere dell'uomo sull'uomo, che segue inevitabilmente al progresso tecnico, cioè al progresso della capacità dell'uomo di dominare la natura e gli altri uomini, crea o nuove minacce alla libertà dell'individuo oppure consente nuovi rimedi alla sua indigenza>2.

Cito, a titolo di esempio, il “diritto di vivere in un ambiente non inquinato” esso è stato originato dal timore dei danni, talvolta provocati dalle attività dell’uomo, al nostro pianeta e l’esigenza che crescita e progresso economico si basino sullo sviluppo sostenibile3. Oppure, il “diritto alla tutela dell’integrità del proprio patrimonio genetico” (che va ben oltre l’integrità fisica) originato dalle preoccupazioni di un eventuale uso generalizzato e senza limiti delle pratiche eugenetiche. E ancora il “diritto alla riservatezza” (una estensione del diritto alla privacy) come inevitabile conseguenza dello sviluppo tecnologico e dell’esigenza di tutelare l’identità da “pirati informatici” ma anche tutelare le persone dai rischi di ingerenza dei pubblici poteri in grado di memorizzare tutti i dati che riguardano la vita di un soggetto e controllarne i comportamenti.

1 Norberto Bobbio, L’età dei diritti, ed Einaudi, Torino, 2014.
2 Norberto Bobbio, L’età dei diritti, ed Einaudi, Torino, 2014.
3 Secondo la definizione dalla Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, per sviluppo sostenibile si intende uno sviluppo in grado di assicurare «il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri».


Si può quindi affermare che i diritti non sono un complesso normativo compiuto, statico e universale.
Trattando della genesi dei diritti, seppur in estrema sintesi per ragioni di spazio, a parte i diritti fondamentali che appartengono all’uomo in quanto tale ed esistono da sempre a prescindere da qualsivoglia circostanza esterna e sono diritti insopprimibili, irrinunciabili e incedibili perché connaturati all’essere umano (diritto alla vita, alla libertà personale, alla dignità ecc), gli altri diritti, cioè i diritti civili, politici e sociali, sono stati riconosciuti e codificati in epoche diverse.
Il sociologo britannico Thomas Humphrey Marshall4 nella sua opera “Class, citizenship and social development”5 ha delineato a grandi linee la genesi storica della cittadinanza, ovvero il rapporto giuridico di “appartenenza” di una persona ad uno Stato e conseguentemente dei diritti che essa conferisce. Il sociologo britannico individua una progressione nell’acquisizione dei diritti, sottolineando che di volta in volta le acquisizioni creano le condizioni per riconoscimenti successivi. Prendendo quindi in esame l’analisi e le considerazioni dei diritti di cittadinanza Marshall propone innanzitutto una tripartizione, storicamente e concettualmente fondata, dei diritti soggettivi (riconosciuti ai cittadini) in tre categorie successive:
- i diritti civili, affermatisi nel Settecento, che inclusono il diritto alla vita, i diritti di libertà, i diritti patrimoniali e l’autonomia negoziale;
- i diritti politici, rivendicati nell’Ottocento dalle masse degli operai, dei disoccupati e dei contadini, che rendono possibile a tutti i cittadini, in posizione paritaria, la partecipazione alla vita politica dello Stato (diritto di voto) e l'esercizio di cariche pubbliche (diritto di accesso ai pubblici uffici);
- i diritti sociali, emersi nel Novecento, consistenti nella garanzia per tutti i cittadini, e in particolare per i lavoratori dipendenti, di un grado di educazione, di benessere e di sicurezza sociale commisurato agli standard prevalenti entro la comunità politica6. I nuovi diritti secondo l’analisi di Marshall nascono nell’ambito dei diritti sociali perché hanno l’effetto di compensare le diseguaglianze prodotte

4 Thomas Humphrey Marshall (Londra 1893 - Cambridge 1981), docente di sociologia e direttore del dipartimento di scienze sociali presso la London school of economics.
5 Citizenship and social class (1952 trad. it. 1976) pone in evidenza il contrasto tra il principio egualitario dell'eguaglianza civile e il principio differenziatore della stratificazione sociale.
6 Cfr. Https://www.treccani.it/enciclopedia/nuovi-diritti-e-globalizzazione_%28XXI-Secolo%29/


in particolare dall’economia di mercato. Il sociologo britannico ha posto infatti più volte l’accento sulla necessità che lo Stato garantisca ai suoi cittadini la sicurezza sociale7, una esigenza affermatasi sino dalla crisi economico-finanziaria del '29 e ripresentatasi nel secondo dopoguerra. I diritto sociali sono quindi interpretati dal sociologo britannico come la conseguenza <di pressioni da parte delle classi popolari per una riduzione delle diseguaglianze di classe, pressioni che hanno potuto svilupparsi ed ottenere influenza anche grazie alla presenza degli altri tipi di diritti. Al tempo stesso, la possibilità di una vita dignitosa, garantita dai diritti sociali, rappresenta una condizione per l’esercizio degli altri diritti, promuovendo la libertà “positiva”, con la possibilità di una cittadinanza “attiva”, nel senso di piena partecipazione alla vita della comunità>8. I diritti sociali <non sono in grado, riconosce Marshall, di sovvertire la logica antiegualitaria del mercato, perché i servizi pubblici , per quanto rilevanti , non possono avere come fine l’eguaglianza dei redditi fra titolar del capitale e lavoratori dipendenti. Ciò che è invece realistico attendersi è un arricchimento genarle della qualità della vita civile …>9. Il fine è quindi quello di <una tendenziale equiparazione fra i cittadini più fortunati e quelli meno fortunati dal punto di vista della salute, dell’occupazione, dell’età, delle situazioni familiari>10. In conseguenza dell’evoluzione della società nel corso degli anni sono emersi e sono stati riconosciuti successivi diritti, conseguentemente anche in quest’epoca di grandi trasformazioni sociali e tecnologiche è possibile parlare della nascita di “nuovi” diritti.
Norberto Bobbio, pur non usando una terminologia rigorosa e costante, ha posto in evidenza la categoria dei “nuovi” diritti definendoli “diritti della terza generazione” e ciò per distinguerli, nella sua analisi storica/evolutiva, dai "diritti della prima generazione" (i diritti politici, di libertà, di proprietà privata ecc.) e dai "diritti della seconda generazione", (diritti sociali, inclusivi dei diritti al lavoro, all’istruzione, alla salute, oltre

7 L’insieme degli interventi e delle prestazioni gestiti ed erogati dello Stato con il fine di tutelare i cittadini nelle condizioni di bisogno o a coprire determinati rischi. Le prestazioni sono finanziate mediante l'imposizione fiscale oppure attraverso un fondo costituito dai contributi versati dai cittadini (pensione).
8 Chiara Bertone e Manuela Naldini, Cittadinanza sociale, welfare e famiglia, Università degli studi di Torino Corso on line - Introduzione agli studi di genere (AA 2001-2002).
9 Danilo Zolo, Nuovi diritti e globalizzazione, Enciclopedia Treccani (www.treccani.it/enciclopedia/nuovi-diritti-e-globalizzazione_%28XXI-Secolo%29).pdf.
10 Danilo Zolo, Nuovi diritti e globalizzazione, Enciclopedia Treccani (www.treccani.it/enciclopedia/nuovi-diritti-e-globalizzazione_%28XXI-Secolo%29).pdf.


alle varie prestazioni pubbliche di assistenza e previdenza sociale garantite in particolare dallo Stato sociale o welfare State). E’ chiaro quindi che ci si trova di fronte ad un sistema, quello dei diritti, in continuo sviluppo e/o accrescimento. Tutto ciò può essere considerato, come sostiene Bobbio ed altri autorevoli studiosi, uno dei principali indicatori, nonostante i limiti e le difficoltà, del progresso storico dell’umanità.
E’ opportuno sottolineare che i “nuovi diritti”, o se vogliamo i “diritti di terza generazione”, vanno emergendo in considerazione del formarsi di nuove pretese di protezione, la sicurezza e la libertà, sia individuali che collettive, alcuni di questi diritti sono già stati riconosciuti e sono quindi entrati a far parte delle legislazioni degli Stati, altri sono in corso di riconoscimento, altri ancora sono solamente enunciati. Questi ultimi, seppure meritevoli di essere condivisi, esprimono unicamente aspettative normative espresse da gruppi sociali o minoranze. Un conto è la pretesa o l’esigenza di nuovi diritti, un’altra cosa è il loro riconoscimento e la loro effettiva tutela.
Come sostiene la professoressa Marta Cartabia11 <la fine del XXesimo secolo e l’inizio del XXI esimo segnano l’inizio di una nuova stagione nella vita politica del Vecchio continente che pone al centro l’ “Europa dei diritti”>12. E aggiunge, sottolineando l’importanza della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea13, che essa <ha svolto un ruolo significativo nello sviluppo della cultura dei “nuovi” diritti in Europa, al punto che a giusto titolo si è parlato di una rifondazione dell’assetto costituzionale europeo basato su una “comunità di diritti”>14.

11 Marta Cartabia è docente di Diritto costituzionale di Diritto costituzionale europeo, è stata giudice e presidente della Corte costituzionale e ministro della Giustizia (2021-2022).
12 Marta Cartabia, I “nuovi diritti” articolo pubblicato negli atti del Convegno del CESEN “Diritto della Unione Europea e status delle confessioni religiose” (Roma, Istituto L. Sturzo, 8-9 ottobre 2010).
Https://scienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale/18/Corso%20diritti%20e%20cittadinanza%20-%202019-2020/2.CARTABIA%20(17%20pgg).
13 La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea è stata proclamata solennemente dal Parlamento, Consiglio e Commissione in occasione del Consiglio europeo di Nizza il 7 dicembre 2000, adattata, nuovamente proclamata e definitivamente approvata il 12 dicembre 2007 a Strasburgo. Il carattere giuridicamente vincolante della Carta è stato sancito dall’art 6 paragr 1 del Trattato sull’Unione europea come modificato dal Trattato di Lisbona che ha espressamente riconosciuto alla Carta <lo stesso valore giuridico dei Trattati>.
14 Marta Cartabia, I “nuovi diritti”, articolo pubblicato negli atti del Convegno del CESEN “Diritto della Unione Europea e status delle confessioni religiose” (Roma, Istituto L. Sturzo, 8-9 ottobre 2010).
Https://scienzepolitiche.unical.it/bacheca/archivio/materiale/18/Corso%20diritti%20e%20cittadinanza%20-%202019-2020/2.CARTABIA%20(17%20pgg).pdf.


Stefano Rodotà15, esaminando l’intento degli Stati europei che al Consiglio europeo di Colonia proposero la realizzazione della Carta, spiega <vi era la convinzione che il mercato e le libertà economiche […] non fossero sufficienti per attribuire legittimità ad una costruzione difficile come quella europea. Il passaggio dall’ “Europa dei mercati” all’ “Europa dei diritti” diveniva così ineludibile, condizione necessaria perché l’Unione potesse raggiungere piena legittimazione democratica>16.
Tra i nuovi diritti riconosciuti e oggi codificati ne citiamo alcuni enunciati proprio dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, Carta che esprime i valori europei <al fine di sancirne in modo visibile l’importanza capitale e la portata per i cittadini europei>17. Quanto enunciato dalla Carta è stato recepito dagli Stati membri e poi, in ciascun Paese, codificato. E la Carta, in relazione si nuovi diritti, è certamente innovativa rispetto a tutti gli altri atti internazionali relativi ai diritti. La Carta ha infatti incluso, accanto ai “tradizionali” diritti civili, politici ed economico-sociali nuovi diritti in tema di bioetica, di tutela dei minori e degli anziani, di salvaguardia dell’ambiente, dei dati personali e via dicendo.
Nel primo Titolo della Carta, dedicato alla Dignità, in considerazione dei progressi fatti della medicina e della biologia, troviamo il “diritto all’integrità fisica e psichica”18 introdotto dal rispetto del consenso libero e informato di colui che viene sottoposto a qualsiasi tipo di cura, nonché la tutela dell’integrità del patrimonio genetico (con il conseguente <divieto delle pratiche eugenetiche, in particolare di quelle aventi come scopo la selezione delle persone>19 e il <divieto della clonazione riproduttiva degli esseri umani>20).
Nel secondo Titolo, dedicato alla Libertà, troviamo, in relazione ai progressi della tecnologia (Rete, Internet, ecc), un più esteso “diritto alla protezione dei dati di carattere personale”21, un più ampliato “diritto alla libertà di espressione e di informazione” in relazione ai nuovi mezzi di

15 Stefano Rodotà, giurista e politico italiano e stato professore emerito di Diritto civile alla Sapienza di Roma.
16 Stefano Rodotà, Il diritto di avere dei diritti in Europa, articolo su Politeia, XXIX, 110, 2013.
Https://giurisprudenza.unipg.it/files/generale/IMPORT/univali_unipg/materiali/40_Rodotà_diritto_avere_diritti_Europa_2013.pdf
17 Consiglio europeo di Colonia, 3 – 4 giugno 1999, Conclusioni della presidenza. Allegato IV - Decisione del Consiglio europeo relativa all’elaborazione di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
18 Art 3.
19 Art 3 paragr b.
20 Art 3 paragr d.
21 Art 8.


comunicazione diritto che include <la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche o senza limiti di frontiera>22. Sempre nello stesso Titolo troviamo poi il “diritto all’obiezione di coscienza”23.
Nel terzo Titolo, dedicato all’Uguaglianza, troviamo, questa volta in riferimento ad una società globalizzata, un riaffermato e maggiormente esteso “diritto alla diversità culturale, religiosa e linguistica24”.
Nella Carta hanno poi ampia rilevanza i “diritti del minore” (<1. I minori hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere. Essi possono esprimere liberamente la propria opinione. Questa viene presa in considerazione sulle questioni che li riguardano in funzione della loro età e della loro maturità. 2. In tutti gli atti relativi ai minori, siano essi compiuti da autorità pubbliche o da istituzioni private, l'interesse superiore del minore deve essere considerato preminente. 3. Il minore ha diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due genitori, salvo qualora ciò sia contrario al suo interesse>)25 ed i “diritti degli anziani” (<L'Unione riconosce e rispetta il diritto degli anziani di condurre una vita dignitosa e indipendente e di partecipare alla vita sociale e culturale>26. Infine, ma non meno importanti dei precedenti, i “diritti all’inserimento delle persone con disabilità” (<L'Unione riconosce e rispetta il diritto delle persone con disabilità di beneficiare di misure intese a garantirne l'autonomia, l'inserimento sociale e professionale e la partecipazione alla vita della comunità>)27.
Nel quarto Titolo dedicato alla Solidarietà, oltre ad essere ribaditi i diritti relativi alla sicurezza sociale, troviamo il “diritto alla salute” espresso sia in riferimento ai lavoratori (<1. Ogni lavoratore ha diritto a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose>28) sia in riferimento alla totalità delle persone (<Un livello elevato di tutela dell'ambiente e il miglioramento della sua qualità devono essere integrati nelle politiche dell'Unione e garantiti conformemente al principio dello sviluppo sostenibile>29). Nell’abito del quarto Titolo della

22 Art 11.
23 Art 10.
24 Art 21.
25 Art 24.
26 Art 25.
27 Art 26.
28 Art 31.
29 Art 37.


Carta viene inoltre enunciato il “diritto di protezione dei consumatori” per il quale viene fatto rinvio alle politiche degli Stati membri (<Nelle politiche dell'Unione è garantito un livello elevato di protezione dei consumatori>30). Altri nuovi diritti che trovano anch’essi la loro ragion d’essere nell'evoluzione della società, nel progresso sociale e negli sviluppi scientifici e tecnologici restano, al momento, solamente enunciati. I diritti di terza generazione sono, come abbiamo visto, una categoria composita. Molti sono destinati a restare tali ma altri possono ottenere riconoscimento normativo in relazione alla dinamica evolutiva della società e delle esigenze di nuove tutele. E’ il caso, per esempio, del “diritto alle cure palliative” (cioè l’accesso ai trattamenti che permettano al malato terminale di evitare inutili sofferenze). Oppure, per citarne altri:
▪ il “diritto all'equità intergenerazionale e alla sostenibilità”,
▪ il “diritto di solidarietà”,
▪ il “diritto alla partecipazione al patrimonio culturale”. In taluni casi l’enunciazione di nuovi diritti è determinata da rivendicazioni, desideri oppure aspettative che, sulla base di una cultura di impronta individualistica, aspirano al riconoscimento sul piano giuridico:
▪ il “diritto ad avere un figlio” (inteso non come diritto alla genitorialità31 ma come accesso alla fecondazione eterologa),
▪ il “diritto alla libertà informatica”. Per concludere cito un “nuovo” diritto determinato da desideri e aspirazioni delle nuove generazioni, il tanto invocato “diritto alla pace internazionale” inteso non in senso restrittivo, come diritto di vivere in un Paese non in guerra (perché aggredito o aggressore) ma in senso più ampio come pace positiva cioè diritto di vivere in un mondo in cui i governi, le istituzioni, le politiche (anche quelle economiche) siano finalizzate alla cooperazione internazionale. Il contrario della pace negativa, in cui, come sostiene il professore Antonio Papisca32, <il diritto di fare la guerra (ius ad bellum) e il diritto di fare la pace (ius ad pacem), sono sullo stesso piano,
30 Art 38. 31 Il diritto alla genitorialità è il diritto dei genitori di mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. 32 Antonio Papisca è stato docente emerito di Relazioni internazionali all’Università di Padova dove ha fondato il Centro di studi e di formazione sui diritti della persona e dei popoli, oggi denominato Centro di Ateneo per i diritti umani.


alla mercè della convenienza e della forza degli Stati più potenti. Pace negativa come <mera assenza di guerre guerreggiate, come parentesi tra una guerra e la successiva, da vivere preparandosi alla prossima guerra potenziando gli arsenali militari e coltivando sentimenti nazionalistici a difesa dell’interesse nazionale, da perseguire ovunque nel mondo e con ogni strumento, compresa appunto la guerra>33. Un diritto alla pace che promuova una cultura della pace internazionale ed il rispetto dei diritti umani.
33 Antonio Papisca, Articolo 28 - Abbiamo diritto alla pace, Centro di Ateneo per i Diritti Umani - Università di Padova.
Https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/Articolo-28-Abbiamo-diritto-alla-pace/32


Edoardo Pusillo, vicepresidente e componente del comitato scientifico del Centro per l’educazione ai diritti umani, insegna Diritto dell’Unione europea al Dipartimento di Lingue e Culture Moderne dell’Università di Genova; dove è professore a contratto e nel corso dell’AA 2023.2024 ha tenuto il seminario “Multiculturalità e cittadinanza” da cui è tratto questo articolo.

Articolo Secolo XIX del 9 gennaio 2024

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Seminario Interpartimentale Diritti Umani 2023/2024

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Articolo sul sito Labpolitiche.it

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Sul sito del primo numero di #LAB Politiche e Culture, trimestrale online di area progressista, è stato pubblicato un articolo sul docufilm "RiconoscerSi", potete visualizzarlo al seguente link:

https://www.labpolitiche.it/riconoscersi-la-societa-sostenibile-e-noiriconoscersi-la-societa-sostenibile-e-noi/

Presentazione del docufilm "RiconoscerSi" ad Arenzano

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Al seguente link potete visualizzare la presentazione (con dibattito) del docufilm "RiconoscerSi" presso la Sala "Peppino Impastato" di Villa Mina ad Arenzano.


https://www.youtube.com/watch?v=GrSa6h47nV4

Trailer del docufilm "RiconoscerSi"

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Premendo il seguente link è possibile visionare il trailer del docufilm "RiconoscerSi" a cura di Stella Acerno

https://www.youtube.com/watch?v=FnfkkUUXMaM

Intervento a Brain Pass Inside

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BRAIN PASS (inside): LA MENTE VUOTA
Il giorno 19 aprile 2023 dalle 19.00 alle 20.00 si è tenuta in diretta sui canali YouTube e Facebook di CO-Scienza Leonardo Daddo Pagni e Michele Micheletti condurranno BRAIN PASS.
Ospite la dott.ssa Stella Acerno. Stella Acerno è Cultore della Materia in Diritto dell’Unione europea Dipartimento di Lingue e Culture Moderne Scuola di Scienze Umanistiche dell'Università degli Studi di Genova. Fondatrice e presidente del Centro per l’Educazione ai Diritti Umani OdV, ne cura dal 2005 le attività: seminari universitari, progetti educativi, produzione di materiali didattici, di volumi e documentari.
Si è parlato di mente e di pratiche di svuotamento della stessa (un modo scherzoso per intendere la mindfulness) e della loro applicazione ed effetti nei contesti educativi e lavorativi.


Eirenefest - dibattito "Diritti umani e società sostenibile"

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Nell'ambito della seconda edizione di Eirenefest, Festival del Libro per la Pace e la Nonviolenza (26 / 28 maggio).

Registrazione video del dibattito dal titolo "Eirenefest - dibattito "Diritti umani e società sostenibile"", registrato a Roma venerdì 26 maggio 2023 alle 10:35.

Sono intervenuti: Andrea Vitello (collaboratore di LEFT e Pressenza), Riccardo Noury (portavoce di Amnesty International Italia), Stella Acerno (presidente del CEDU, Centro per l'Educazione ai Diritti Umani OdV,), Nitamo Montecucco (direttore dell’Istituto di Neuropsicosomatica del Villaggio Globale di Bagni di
 Lucca), Bice Parodi (vicepresidente dell'associazione Senza Paura).