Comunicato stampa ANSA - Roma 29 Marzo 2022
EST:Centro Alta formazione diplomazia a Ponza emblema della pace 2022-03-29 19:00 Centro Alta formazione diplomazia a Ponza emblema della pace Apre speranze ai giovani impegnati per prevenire i conflitti
ROMA
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - Alla luce dell'attuale guerra in Ucraina, il Centro per alta formazione, diplomazia scientifica e sostenibilità progettato nell'isola di Ponza apre nuove speranze per i giovani e le donne del Mediterraneo che cooperano per prevenire i conflitti nella nostra regione. A questa conclusione sono giunti rappresentanti delle istituzioni internazionali e degli esperti delle organizzazioni della società civile in occasione del convegno internazionale che la Rete Italiana per il Dialogo Euro-mediterraneo (Ride) ha organizzato oggi in forma ibrida presso la Sala Conferenze Spazio Europa della Commissione Europea e gli uffici del Parlamento a Roma. In nome della cooperazione e della fratellanza tra le diverse identità collettive mediterranee, l'obiettivo dell'iniziativa è quello di sviluppare il Centro come emblema della cultura e della pace, nonché della tutela dell'ambiente, della cucina identitaria e della lotta contro ogni forma di discriminazione . La partecipazione dei responsabili israeliani e palestinesi delle rispettive reti nazionali della società civile (HoNs) all'interno della Fondazione Euro-Med Anna Lindh (ALF), nonché di diversi rappresentanti istituzionali, conferma ancora una volta l'impegno costante e reale di Ride di una diplomazia pacifica, che unisca i popoli e le comunità in conflitto. I rappresentanti turco, giordano, marocchino, palestinese, israeliano, egiziano, tedesco e italiano hanno avviato insieme il progetto di riconversione della Villa Tortora di Ponza, edificio della Regione Lazio, in un luogo di incontro euromediterraneo al centro del Mar Mediterraneo, rivolto principalmente ai giovani e alle donne del Mediterraneo, riportando alla luce una località di proprietà pubblica lasciata in rovina dal 2008. (ANSA).
COM-LDN/ S0A QBXB
Comunicato stampa Ucraina 08 03 2022
Comunicati stampa
08-03-2022 - 14:21
In occasione della Giornata Internazionale della Donna, l'autrice ucraina Oksana Zabuzhko si è rivolta ai deputati per parlare della situazione delle sue concittadine sotto attacco russo.
Oggi a mezzogiorno, subito prima del discorso di Oksana Zabuzhko nell'emiciclo di Strasburgo, la Presidente del PE Metsola ha dichiarato: ''In questa giornata, il termine celebrazione non è esattamente quello da utilizzare. In Ucraina, vediamo le donne resistere, alzarsi e prendere le armi contro il loro aggressore. È un privilegio avere con noi una donna e una scrittrice ucraina che mostra, con la sua letteratura e la sua voce ferma, la forza delle donne ucraine di fronte all'oppressione. Queste donne
coraggiose e resistenti sono un'ispirazione per tutti noi, perché difendono gli stessi valori europei che noi sosteniamo".
Oksana Zabuzhko, che ha lasciato l'Ucraina due settimane fa solamente con un bagaglio a mano, ha sottolineato che nei suoi scritti era solita dar voce alle donne nella lotta per i loro diritti, ma che ora, per la prima volta, si trova a difendere il diritto delle donne alla loro stessa vita. Ha poi aggiunto: "Non posso che ammirare le mie compagne che combattono a fianco dei nostri uomini, che gestiscono la distribuzione dei rifornimenti nelle nostre città assediate e che partoriscono nei rifugi antiatomici sorvegliate da medici online. Il problema è che le bombe di Putin non saranno fermate dalla forza del nostro spirito".
Sulle intenzioni di Putin, ha affermato: ''Molte vite avrebbero potuto essere salvate se l'UE e gli Stati Uniti si fossero svegliati otto anni fa quando ha invaso la Crimea. Un nuovo Hitler era pronto a riprendere da dove il precedente aveva lasciato. Sono qui per dirvi, come scrittrice che ha una certa conoscenza del linguaggio, che questa è già una guerra, non solo un conflitto locale. Fidatevi di Putin quando pronuncia le sue ambizioni. Non abbiate paura di proteggere il cielo sopra coloro che vi combattono per liberare l'Europa da questo spettro di nuovo totalitarismo''.
A seguito del suo discorso, i rappresentanti dei gruppi politici hanno lodato il coraggio degli ucraini che difendono il loro paese e i condivisi valori UE. Hanno anche ricordato che, come spesso accade in queste circostanze, le donne e le ragazze sono tra i gruppi più vulnerabili. Hanno infine lodato le donne russe e bielorusse che manifestano coraggiosamente per le strade e che non sono d'accordo con questa guerra.
Oksana Zabuzhko è nata nel 1960 a Lutsk (Ucraina). Il suo romanzo ''Fieldwork in Ukrainian Sex'', tradotto in sedici lingue, l'ha portata nel 1996 all’attenzione della scena letteraria internazionale. Ha pubblicato altri diciotto libri, tra cui il premiato romanzo ''Il museo dei segreti abbandonati'' (2009). È anche una figura pubblica di spicco in Ucraina che si batte per la democrazia.
Comunicato stampa 11 11 2021
Comunicato stampa
11.11 2021
Un anno dopo la sentenza del Tribunale costituzionale polacco, i deputati chiedono al governo di revocare il divieto che mette a rischio la vita delle donne.
Lo scorso settembre, una donna polacca di 30 anni è morta di shock setticemico perché i suoi medici, a causa delle restrizioni imposte all'aborto legale in Polonia, non le hanno praticato un aborto terapeutico, aspettando invece che morisse il feto. In una risoluzione adottata giovedì, i deputati chiedono al governo polacco di garantire che "non una donna di più" in Polonia perda la vita a causa di questa legge restrittiva.
Il testo è stato approvato con 373 voti favorevoli, 124 contrari e 55 astensioni.
Garantire l'accesso a servizi abortivi sicuri, legali e gratuiti
I deputati ribadiscono la loro ferma condanna per la sentenza pronunciata dal Tribunale costituzionale illegittimo il 22 ottobre 2020, che impone un divieto di aborto pressoché assoluto e mette a repentaglio la salute e la vita delle donne. Invitano il governo polacco a garantire rapidamente e pienamente l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti per tutte le donne.
A causa di questa legislazione oppressiva, le donne sono spinte a ricorrere forme all’aborto non sicuro, a recarsi all'estero per abortire o a portare a termine la gravidanza contro la loro volontà, anche in caso di malformazione grave o mortale del feto. Il Parlamento invita quindi i Paesi UE a cooperare più efficacemente per facilitare l'accesso transfrontaliero ai servizi abortivi, ad esempio garantendo alle donne polacche l'accesso a un aborto gratuito e sicuro in altri sistemi sanitari nazionali.
La situazione in Polonia continua a peggiorare
I deputati condannano il contesto sempre più ostile e violento per i difensori dei diritti umani delle donne in Polonia e invitano le autorità polacche a garantire loro il diritto di esprimersi pubblicamente senza timore di ripercussioni o minacce. Inoltre, condannano fermamente l'uso sproporzionato della violenza contro i manifestanti da parte delle autorità di contrasto e invitano le autorità polacche a garantire che i responsabili degli attacchi ai manifestanti siano chiamati a rispondere delle loro azioni.
Sottolineando che la sentenza sull'aborto è un ulteriore esempio di acquisizione del controllo politico da parte della magistratura e del collasso sistemico dello Stato di diritto in Polonia, i deputati invitano il Consiglio UE ad affrontare la questione nella sua indagine sulla situazione dello Stato di diritto in Polonia, ampliando l’ambito di applicazione delle sue audizioni.
Contesto
Il 22 ottobre 2020, il Tribunale costituzionale polacco ha dichiarato incostituzionale la disposizione della legge del 1993 sulle condizioni per l’interruzione di gravidanza. Tale legge consentiva l'aborto nei casi in cui gli esami prenatali o altre considerazioni mediche indicassero un'alta probabilità di anomalia grave e irreversibile o di una malattia incurabile pericolosa per la vita del feto. Questo ha comportato un divieto di aborto de facto, dal momento che la stragrande maggioranza degli aborti legali effettuati in Polonia si basava sul suddetto motivo.
Negli ultimi 10 mesi, solo 300 donne polacche hanno avuto accesso ai servizi per l’aborto negli ospedali a causa di una minaccia per la vita e la salute. Nell'ultimo anno, Aborto senza frontiere ha aiutato 34.000 donne provenienti dalla Polonia ad accedere all’aborto, che rappresenta solo una frazione del numero totale di donne polacche che necessitano di sostegno per accedere a questo servizio.
Contatti
Federico DE GIROLAMO Addetto stampa PE
UNA CITTADINANZA PER L’EUROPA, PROGETTO POLITICO E NUOVA IDENTITA'
di Edoardo Pusillo, docente a.c. di Diritto dell’Unione europea
e membro del Comitato Scientifico del CEDU OdV– Italia
- Novembre 2021 -
La cittadinanza europea è il presupposto che più di ogni altro identifica l’“appartenenza” all’Unione europea. E cittadini europei sono tutti i cittadini dei Paesi Ue che condividono un progetto politico comune.
Tzvetan Zodorov, filosofo e saggista bulgaro naturalizzato francese, ha sottolineato che <un’idea politica accresce la sue efficacia se è sostenuta non solo da interessi comune, ma anche da passioni condivise, che si mettono in moto solo se ci sentiamo toccati nella nostra identità …>[1]. Va da sè che il sentimento di un’identità comune, suggellata da una cittadinanza comune, dà maggior forza al progetto europeo.
L’Europa unita, con i suoi 27 Stati membri e gli oltre 500 milioni di cittadini, rappresenta oggi, a livello internazionale, il più avanzato modello di integrazione, e non solo economica. Si tratta di un modello caratterizzato sia dal processo di attribuzione all’Ue di competenze cedute dagli Stati membri, dal Mercato comune e dalle politiche comuni e pure, aspetto non meno importante, dal riconoscimento della cittadinanza europea..
Jacques Delors[2], storico presidente della Commisisone europea, sostenne: <non vi può essere una avventura collettiva senza promozione della cittadinanza>.
E la cittadinanza europea, coinvolgendo uomini e donne nel progressivo evolversi dell’integrazione ha innegabilmente rafforzato il concetto di appartenenza all’Unione promuovendo una nuova identità, l’identità europea. Una identità multiculturale e multilinguistica.
Relativamente all’identità europea sempre Tzvetan Zodorov ha spiegato che <L’Unione europea non ha … l’ambizione di annullare la specificità degli Stati che la compongono, né sul piano economico e sociale, né su quello delle strutture giuridiche e amministrative: il suo progetto non è di costruire uno Stato europeo, o un popolo europeo, ma di unire quelli che già esistono …>[3].
Nel processo di integrazione che ci ha portato sino all’attuale Ue tanti sono stati i fattori che lo hanno caratterizzato e condizionato ma il fattore “lavoro” è stato innegabilmente di fondamentale importanza. La volontà politica di realizzare un’Europa unita aveva infatti individuato come obiettivo la creazione di un mercato comune generale, cioè l’estensione del funzionamento dei mercati nazionali ai Paesi membri con la creazione di uno spazio economico uniforme all’interno del quale era assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali (le cosiddette quattro libertà fondamentali di circolazione) ma che conservava le frontiere doganali interne[4]. E’ stato conseguentemente inevitabile permettere ai lavoratori degli Stati membri di circolare liberamente all’interno del citato “Mercato comune”. Anzi la libera circolazione della manodopera è stata sin da subito legata indissolubilmente alla realizzazione della Comunità Economica Europea (CEE), divenuta poi, nel corso degli anni, Unione europea
Il timore di movimenti incontrollati di disoccupati o di persone alla ricerca di condizioni salariali migliori portò però a riconoscere inizialmente il diritto di circolazione solamente ai lavoratori in possesso di un contratto di lavoro nel Paese di destinazione. Detto questo la libera circolazione dei lavoratori ci porta a fare due considerazioni:
- la coesistenza su uno stesso territorio di lavoratori nazionali e lavoratori stranieri (in quanto appartenenti ad uno Stato diverso da quello di destinazione) ha dato origine ad una nuova cateriogia di lavoratori, i lavoratori stranieri comunitari o più semplicemente i lavoratrori comunitari;
- la presenza di lavoratori comunitari portò gli Stati a dover riconoscere anche a costoro i fondamentali diritti economici e sociali (e proprio il riconoscimento di taluni diritti il lavoratore straniero comunitario fu definito anche “straniero privilegiato”).
Emersa la necessità di riconoscere diritti a persone di un altro Stato che vivevano stabilmente sul territorio dello Stato ospitante e, con il loro lavoro, contribuivano al progresso economico e sociale, il lavoratore comunitario diventò componente del mondo del lavoro europeo in quanto soggetto economicamente attivo ed iniziò ben presto ad avere accesso a tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori dello Stato ospitante.
Nell’ambito del processo di integrazione l’Europa diede così vita ad una figura intermedia tra il cittadino (il titolare di tutti i diritti dello Stato) e lo straniero (l’escluso dai diritti), cioè il “lavoratore straniero comunitario” ed è grazie a questa nuova figura che i rappresentanti dei Governi degli Stati europei iniziarono ad ipotizzare della cocreta necessità di istituire un nuova cittadinanza.
Di cittadinanza europea si è parlato per anni ma solo con il Trattato di Maastricht firmato il 7 febbraio 1992 nell’omonima città sita nei Paesi Bassi, sulle rive del Mosa, ed entrato in vigore il 1° novembre 1993, il nuovo “rapporto di appartenenza” all’Unione ha ottenuto rilevanza giuridica. Gli allora dodici Stati membri dopo avere enunciato la volontà di raggiungere <una nuova tappa nel processo di creazione di una unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa ….>[5], indicarono tra gli obiettivi futuri dell’Unione quello di <…rafforzare la tutele e gli interessi dei cittadini dei suoi Stati membri mediante l’istituzione di una cittadinanza dell’Unione…>[6]. Questa disposizione, contenuta nei primissimi articoli del Trattato sull’Unione europea, rappresenta “l’atto di nascita”, se così lo possiamo definire, della cittadinanza europea. Questo “atto” è ribadito nel Trattato sul funzionamento dell’Unione europea che sancisce: <È istituita una cittadinanza dell'Unione … >[7].
La cittadinanza europea appartiene a tutte le persone fisiche che sono cittadini di uno Stato membro. Stabilisce infatti il Trattato sull’Unione europea: <È cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro>[8]. Il primo elemento che caratterizza l’appartenenza all’Ue è l’acquisizione automatica. Gli Stati restano competenti a determinare i modi ed i criteri di conferimento della loro cittadinanza nazionale, ma una volta riconosciuta ad una persona la cittadinanza nazionale essa, automaticamente, diventa anche cittadino europeo.
Quando detto rappresenta un elemento di discontinuità rispetto al modi di acquisizione della cittadinanza generalmente riconosciuti ed applicati dagli Stati (ovvero lo jus sanguinis, jus soli, la naturalizzazione ecc).
La cittadinanza europea è pertanto una cittadinanza “derivata” dalla cittadinanza nazionale o meglio “aggiuntiva”. La qualifica di cittadinanza aggiuntiva risulta senza alcun dubbio da quanto stabilito ulteriormente dal Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea che stabilisce: <La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce … >[9], viene infatti utlizzato il termine “si aggiunge … ” anziché “è complementare … ” come era stato in precedenza previsto nella CE[10]. Adelina Adinolfi e Claudia Morviducci sottolineano, a questo proposito, che la qualifica di cittadinanza aggiuntiva <separrebbe la cittadinanza europea da quella nazionale, di cui non sarebbe più un completamento, e la configurerebbe come una vera e propria seconda cittadinanza, dotata di “autonomia di status”>[11].
L’ autonomo status” della cittadinza europea porta ad un tema di non poca rilevanza: considerando che l’acquisto della cittadinanza europea è automatica, la perdita, verrebbe da pensare, avverrebbe altrettanto automaticamente oppure no? In altre parole, qualora uno Stato decida di uscire dall’Ue tutti i suoi cittadini perderebbero la cittadinanza europea? De resto se viene meno il fondamentale presupposto della cittadinanza europea, ovvero il perdurare del vincolo associativo di uno Stato di cui si è cittadini, a rigor di logica viene meno anche l’appartenenza all’Europa dei cittadini di detto Stato con le inevitabili ripercussioni su rapporti di lavoro, libertà di circolazione ecc. Questa considerazione però apparirebbe contrastare con la qualifica di cittadinaza “aggiuntiva” e quell’“autonomia di status” di cui si è detto. Ad oggi l’unico caso concreto è stata la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Ue, uscita che ha comportato la perdita della cittadinza europea da parte dei cittadini britannici ma non pochi questioni da risolvere, in particolare quelle legate alle libertà di circolazione ed ai diritti di coloro che risidevano, lavoravano oppure avevano proprietà in uno Stato dell’Ue.
Poiché la cittadinanza implica un legame caratterizzato dalla conseguente esistenza di situazioni di vantaggio e di svantaggio, cioè di diritti e di doveri connessi al vincolo giuridico istaurato, al pari di ogni cittadinanza anche quella europea presuppone la sussitenza di diritti e doveri europei. Adelina Adinolfi e Claudia Morviducci sottolineano che <i primi erano espressamente elencati e disciplinati nel Trattato ed avrebbero costituito anche oggetto di norme secondarie, mentre i secondi sono rimasti una mera enunciazione, senza contenuto concreto, benchè si sia talvolta fatto cenno alla possibilità di istituire forme di tassazione o di servizio civile>[12].
I diritti dei cittadini europei sono ben definiti ed elencati e la cittadinanza europea consente infatti di godere di diritti supplementari rispetto a quelli attribuiti dalla cittadinanza di uno Stato membro. I doveri non sono infatti stati enunciati ma sussite un generrico riferimento nel Trattato sul funzionamento dell’ Unione europea che precisa: <I cittadini dell'Unione godono dei diritti e sono soggetti ai doveri previsti nei Trattati … >[13]. I doveri europei finiscono con essere compresi nel rapporti di ogni Stato (e quindi dei suoi cittadini) con l’Unione europea. L’Unione dispone infatti di un ordinamento giuridico autonomo che, nell’ambito delle sue competenze, è in grado di condizionare il diritto interno degli Stati membri, modificandolo o integrandolo, l’Ue ha quindi una propria, autonoma, competenza normativa che si realizza attraverso atti di diritto derivato. In virtù del vincolo di adesione all’Ue gli Stati membri <adottano tutte le misure di diritto interno necessarie per l'attuazione degli atti giuridicamente vincolanti dell'Unione>[14]. Gli Stati hanno quindi l’obbligo di tener conto e adeguare il proprio ordinamento giuridico alle norme europee. E le norme europee recepite dalla legislazione statale e qualora abbiano rilevanza per quanto attiene i doveri rappresentrano un vero e proprio obbligo giuridico per tutti i cittadini degli Stati membri.
I diritti “aggiuntivi” dei cittadini europei (“aggiuntivi” in quanto si aggiungono ai diritti derivanti dalla cittadianza nazionale) sono elencati nel trattato sull’Unione europea e nella Carta dei diritti foindamentali dell’Unione europea. Essi sono:
- il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri e stabilirvisi per esercitare un’attività in modo stabile (il cosiddetto diritto di stabilimento);
- il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo nello Stato membro di residenza alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato;
- il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni comunali nello Stato membro di residenza alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato;
- il diritto di godere nel territorio di un Paese terzo, nel quale lo Stato membro di origine e del quale si ha la cittadinanza, non è rappresentato, della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato dell’Unione alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato;
- di presentare una petizione[15] al Parlamento europeo;
- di rivolgersi al Mediatore europeo nei casi di cattiva amministrazione delle istituzioni e degli organi europei;
- di rivolgersi alle istituzioni e agli organi consultivi dell'Unione in una delle lingue ufficiali e ricevere la risposta nella stessa lingua;
- inoltre, i cittadini (almeno un milione) possono chiedere alla Commissione di presentare una proposta legislativa su una materia in cui ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini dell’attuazione dei Trattati[16].
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea dedica alla cittadinanza europea l’intero titolo V[17]. La Carta, ribadendo i diritti aggiuntivi, inserisce il “diritto ad una buona amministrazione” precisando < … ogni persona ha diritto a che le questioni che la riguardano siano trattate in modo imparziale ed equo ed entro un termine ragionevole dalle istituzioni, organi e organismi dell’Unione>[18].
Infine, è importante sottolinare che i diritti del cittadino europeo non sono, come si dice, “un numero chiuso” ma come stabilisce lo stesso TFUE <… il Consiglio, deliberando all'unanimità secondo una procedura legislativa speciale e previa approvazione del Parlamento europeo, può adottare disposizioni intese a completare i diritti elencati … Tali disposizioni entrano in vigore previa approvazione degli Stati membri, conformemente alle rispettive norme costituzionali >[19]. In pratica si prospetta l’eventualità di un arricchimento dello status di cittadino dell’Unione senza la necessità di ricorrere ad una modifica dei Trattati[20].
[1] Tzvetan Zodorov , L’identità europea, Garzanti , Milano, p 11.
[2] Jacques Delors, politico ed economista francese, fu presidente della Commisisone europea per dieci anni, dal 1985 al 1995.
[3] Tzvetan Zodorov, L’identità europea, ed Garzanti, Milano, p 23.
[4] Cfr AAVV, Dizionario dell’Unione europea, Edizioni giuridiche Simone, 2000.
[5] Art. 2 del Trattato sull’Unione europea.
[6] Art. 3 del Trattato sull’Unione europea.
[7] Art 20 TFUE.
[8] Art 9 TUE.
[9] Art 20 TFUE.
[10] Art 17 CE.
[11] Adelina Adinolfi e Claudia Morviducci, Elementi di diritto dell’Unione europea, Giappichelli editore, Torino, 2020, p 245.
[12] Adelina Adinolfi e Claudia Morviducci, Elementi di diritto dell’Unione europea, Giappichelli editore, Torino, 2020, p 243.
[13] Art 20 paragr 2 TFUE.
[14] Art 291 primo paragrafo TFUE.
[15] Si tratta del diritto del popolo di rivolgersi per iscritto ad un’autorità per chiedere provvedimenti su questioni di interesse comune. Il diritto di petizione è nato in Inghilterra alla fine del Medioevo fu poi accolto in numerosi ordinamenti costituzionali.
[16] Si tratta del cosiddetto “Diritto d’iniziativa dei cittadini europei”.
[17] Artt 39 – 46.
[18] Art 41 paragr 1 Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
[19] Art 25 TFUE.
[20] Cfr. Giorgio Gaja, Introduzione al diritto comunitario, Editori Laterza, Bari, 2003.
Gennaio aprile 2021 Seminario creditizzato per gli studenti della Scuola di Scienze Umanistiche - Diritti Umani. Origini, sviluppi e tendenze contemporanee
Seminario
Notizie del Parlamento Europeo 2021
Comunicato Stampa
22 10 2021
Le commissioni e le delegazioni del PE terranno una serie di discussioni e audizioni pubbliche su temi legati alla parità di genere.
Dopo il successo dell'edizione, lanciata dalla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere nell'ottobre 2020, il Parlamento europeo terrà una seconda settimana europea per l'uguaglianza di genere dal 25 al 28 ottobre. Diverse commissioni e delegazioni parlamentari organizzeranno sessioni che affronteranno le questioni relative alla parità di genere nei rispettivi settori politici.
Per evidenziare solo alcuni dei numerosi eventi in corso, la delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica UE-Turchia terrà uno scambio di opinioni sul ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, lunedì pomeriggio. La commissione per l'occupazione e gli affari sociali discuterà la parità di genere e l'impatto socioeconomico della pandemia di COVID-19, mentre la commissione per i problemi economici e monetari terrà un'audizione pubblica su come progettare la ripresa per proteggere le donne e promuovere la parità di genere, entrambi martedì pomeriggio. Mercoledì la commissione giuridica terrà uno scambio di opinioni sulla direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione , un fascicolo legislativo bloccato in Consiglio da molti anni.
La commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere terrà diversi eventi mercoledì, tra cui una conferenza sul futuro dell'Europa, evento collaterale su "costruire un'economia inclusiva per le donne nella trasformazione verde e digitale". Sempre mercoledì, si terrà un'audizione su ''Migliorare l'uguaglianza di genere attraverso un'azione europea comune sulla cura'' con i commissari Šuica (Democrazia e demografia), Schmit (Lavoro e diritti sociali) e Dalli (Uguaglianza). Giovedì pomeriggio, il direttore dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), Carlien Scheele, presenterà al Comitato per i diritti delle donne i risultati del Gender Equality Index 2021 , con un focus speciale sulla salute.
Citazioni
Invista della seconda settimana europea per l'uguaglianza di genere, il presidente del PE David Sassoliha dichiarato: "Non posso che esprimere la mia soddisfazione per il successo di questa iniziativa, lanciata appena un anno fa nel pieno della pandemia, e che stiamo promuovendo anche quest'anno, con un'ampia partecipazione di molte commissioni del Parlamento europeo e parlamentari Delegazioni. Siamo entusiasti dell'uguaglianza di genere, ma dobbiamo impegnarcitutti, ogni giorno, per promuovere una forma di uguaglianza che vada oltre la mera retorica, che aumenti il nostro impegno in tutti i settori in cui le donne soffrono ancora di emarginazione o svantaggio sociale. L'uguaglianza deve essere de facto. Ciò che sta accadendo in Afghanistan, ma anche all'interno dei nostri confini, è un monito per le nostre società. Le politiche discriminatorie non vengono abolite per sempre. Il coraggio,la tenacia e la voce delle donne che hanno combattuto e che continuano a lottare per i propri diritti devono ispirarci a raggiungere un approccio integrato e globale al genere, perché siamo tutte uguali, oggi e sempre».
Dal 25 al 28 ottobre molte commissioni e delegazioni del PE terranno sessioni su temi legati alla parità di genere.
Le commissioni e le delegazioni del PE terranno una serie di discussioni e audizioni pubbliche su temi legati alla parità di genere.
Dopo il successo dell'edizione, lanciata dalla commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere nell'ottobre 2020, il Parlamento europeo terrà una seconda settimana europea per l'uguaglianza di genere dal 25 al 28 ottobre. Diverse commissioni e delegazioni parlamentari organizzeranno sessioni che affronteranno le questioni relative alla parità di genere nei rispettivi settori politici.
Per evidenziare solo alcuni dei numerosi eventi in corso, la delegazione all'Assemblea parlamentare paritetica UE-Turchia terrà uno scambio di opinioni sul ritiro della Turchia dalla Convenzione di Istanbul, lunedì pomeriggio. La commissione per l'occupazione e gli affari sociali discuterà la parità di genere e l'impatto socioeconomico della pandemia di COVID-19, mentre la commissione per i problemi economici e monetari terrà un'audizione pubblica su come progettare la ripresa per proteggere le donne e promuovere la parità di genere, entrambi martedì pomeriggio. Mercoledì la commissione giuridica terrà uno scambio di opinioni sulla direttiva sulle donne nei consigli di amministrazione , un fascicolo legislativo bloccato in Consiglio da molti anni.
La commissione per i diritti delle donne e l'uguaglianza di genere terrà diversi eventi mercoledì, tra cui una conferenza sul futuro dell'Europa, evento collaterale su "costruire un'economia inclusiva per le donne nella trasformazione verde e digitale". Sempre mercoledì, si terrà un'audizione su ''Migliorare l'uguaglianza di genere attraverso un'azione europea comune sulla cura'' con i commissari Šuica (Democrazia e demografia), Schmit (Lavoro e diritti sociali) e Dalli (Uguaglianza). Giovedì pomeriggio, il direttore dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere (EIGE), Carlien Scheele, presenterà al Comitato per i diritti delle donne i risultati del Gender Equality Index 2021 , con un focus speciale sulla salute.
Citazioni
Invista della seconda settimana europea per l'uguaglianza di genere, il presidente del PE David Sassoli ha dichiarato: "Non posso che esprimere la mia soddisfazione per il successo di questa iniziativa, lanciata appena un anno fa nel pieno della pandemia, e che stiamo promuovendo anche quest'anno, con un'ampia partecipazione di molte commissioni del Parlamento europeo e parlamentari Delegazioni. Siamo entusiasti dell'uguaglianza di genere, ma dobbiamo impegnarci tutti, ogni giorno, per promuovere una forma di uguaglianza che vada oltre la mera retorica, che aumenti il nostro impegno in tutti i settori in cui le donne soffrono ancora di emarginazione o svantaggio sociale. L'uguaglianza deve essere de facto. Ciò che sta accadendo in Afghanistan, ma anche all'interno dei nostri confini, è un monito per le nostre società. Le politiche discriminatorie non vengono abolite per sempre. Il coraggio,la tenacia e la voce delle donne che hanno combattuto e che continuano a lottare per i propri diritti devono ispirarci a raggiungere un approccio integrato eglobale al genere, perché siamo tutte uguali, oggi e sempre».
La presidente della commissione per i diritti delle donne Evelyn Regner (S&D, AT) ha aggiunto: "Dopo il successo della prima settimana europea per l'uguaglianza di genere nel 2020, ancora più comitati e delegazioni hanno aderito alla seconda edizione. Questo sviluppo estremamente positivo dimostra che raggiungere l'uguaglianza di genere è un compito che possiamo svolgere solo insieme. È una questione trasversale che tocca tutti gli aspetti della vita e credo fermamente che se stiamo insieme, possiamo aiutare tutti a raggiungere una vita migliore! Questo è particolarmente importante nella ripresa post-pandemia sforzi e nell'attuazione delle lezioni apprese da questa crisi. Ora dobbiamo mantenere le nostre promesse per migliori condizioni di lavoro, salari più alti, lotta alla violenza di genere e molto altro ancora! Insieme, facciamo in modo che questa seconda settimana per l'uguaglianza di genere sia un successo".
Contatti:
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Nicolas DELALEU stampa Οufficiale
(+32) 2 28 44407 (BXL) (+33) 3 881 72097 (STR) (+33) 3 881 72097 (STR) (+32) 471 95 35 11
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Comunicato stampa
11.11 2021
Un anno dopo la sentenza del Tribunale costituzionale polacco, i deputati chiedono al governo di revocare il divieto che mette a rischio la vita delle donne.
Lo scorso settembre, una donna polacca di 30 anni è morta di shock setticemico perché i suoi medici, a causa delle restrizioni imposte all'aborto legale in Polonia, non le hanno praticato un aborto terapeutico, aspettando invece che morisse il feto. In una risoluzione adottata giovedì, i deputati chiedono al governo polacco di garantire che "non una donna di più" in Polonia perda la vita a causa di questa legge restrittiva.
Il testo è stato approvato con 373 voti favorevoli, 124 contrari e 55 astensioni.
Garantire l'accesso a servizi abortivi sicuri, legali e gratuiti
I deputati ribadiscono la loro ferma condanna per la sentenza pronunciata dal Tribunale costituzionale illegittimo il 22 ottobre 2020, che impone un divieto di aborto pressoché assoluto e mette a repentaglio la salute e la vita delle donne. Invitano il governo polacco a garantire rapidamente e pienamente l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti per tutte le donne.
A causa di questa legislazione oppressiva, le donne sono spinte a ricorrere forme all’aborto non sicuro, a recarsi all'estero per abortire o a portare a termine la gravidanza contro la loro volontà, anche in caso di malformazione grave o mortale del feto. Il Parlamento invita quindi i Paesi UE a cooperare più efficacemente per facilitare l'accesso transfrontaliero ai servizi abortivi, ad esempio garantendo alle donne polacche l'accesso a un aborto gratuito e sicuro in altri sistemi sanitari nazionali.
La situazione in Polonia continua a peggiorare
I deputati condannano il contesto sempre più ostile e violento per i difensori dei diritti umani delle donne in Polonia e invitano le autorità polacche a garantire loro il diritto di esprimersi pubblicamente senza timore di ripercussioni o minacce. Inoltre, condannano fermamente l'uso sproporzionato della violenza contro i manifestanti da parte delle autorità di contrasto e invitano le autorità polacche a garantire che i responsabili degli attacchi ai manifestanti siano chiamati a rispondere delle loro azioni.
Sottolineando che la sentenza sull'aborto è un ulteriore esempio di acquisizione del controllo politico da parte della magistratura e del collasso sistemico dello Stato di diritto in Polonia, i deputati invitano il Consiglio UE ad affrontare la questione nella sua indagine sulla situazione dello Stato di diritto in Polonia, ampliando l’ambito di applicazione delle sue audizioni.
Contesto
Il 22 ottobre 2020, il Tribunale costituzionale polacco ha dichiarato incostituzionale la disposizione della legge del 1993 sulle condizioni per l’interruzione di gravidanza. Tale legge consentiva l'aborto nei casi in cui gli esami prenatali o altre considerazioni mediche indicassero un'alta probabilità di anomalia grave e irreversibile o di una malattia incurabile pericolosa per la vita del feto. Questo ha comportato un divieto di aborto de facto, dal momento che la stragrande maggioranza degli aborti legali effettuati in Polonia si basava sul suddetto motivo.
Negli ultimi 10 mesi, solo 300 donne polacche hanno avuto accesso ai servizi per l’aborto negli ospedali a causa di una minaccia per la vita e la salute. Nell'ultimo anno, Aborto senza frontiere ha aiutato 34.000 donne provenienti dalla Polonia ad accedere all’aborto, che rappresenta solo una frazione del numero totale di donne polacche che necessitano di sostegno per accedere a questo servizio.
Contatti:
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Federico DE GIROLAMO Addetto stampa PE
(+32) 2 28 31389 (BXL) (+33) 3 881 72850 (STR) (+32) 498 98 35 91
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PARERE sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia – relazione annuale 2021 - PE697.571v03-0027/11/2021 |
PARERE sui diritti umani e la democrazia nel mondo e sulla politica dell'Unione europea in materia – relazione annuale 2021 |
Comunicato stampa
16 09 2021
L'UE deve distinguere tra il governo russo e il popolo russo
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Intensificare il lavoro con i paesi partner e la società civile per rafforzare le tendenze a favore della democrazia in Russia
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Imporre sanzioni quando necessario, contrastare il flusso di denaro sporco e sostenere gli attivisti per i diritti umani
Il Parlamento afferma che l'UE deve respingere le politiche aggressive, gettando le basi per la cooperazione con una futura Russia democratica.
Valutando lo stato delle relazioni UE-Russia, il Parlamento europeo chiarisce di distinguere tra il popolo russo e il regime del presidente Vladimir Putin. Quest'ultimo è, afferma il Parlamento, una "cleptocrazia autoritaria stagnante guidata da un presidente a vita circondato da una cerchia di oligarchi".
I deputati sottolineano, tuttavia, che un futuro democratico per la Russia è possibile e che il Consiglio deve adottare una strategia dell'UE per questo scenario, che includa incentivi e condizioni per rafforzare le tendenze democratiche interne.
Il testo è stato approvato con 494 voti favorevoli, 103 contrari e 72 astenuti. Collaborare con partner affini per rafforzare la democrazia.
Il Parlamento afferma che l'UE deve stabilire un'alleanza con gli Stati Uniti e altri partner che la pensano allo stesso modo per controbilanciare gli sforzi di Russia e Cina per indebolire la democrazia in tutto il mondo e destabilizzare l'ordine politico europeo. Dovrebbe prevedere sanzioni, politiche per contrastare i flussi finanziari illeciti e sostegno agli attivisti per i diritti umani. Sostegno ai paesi confinanti con la Russia
Per quanto riguarda l'aggressione e l'influenza della Russia sul vicinato orientale dell'UE, l'UE deve continuare a sostenere i cosiddetti paesi del "Partenariato orientale" come l'Ucraina o la Georgia e promuovere le riforme europee e le libertà fondamentali nella regione. Questi sforzi dovrebbero anche servire a incoraggiare il sostegno russo alle riforme democratiche.
Ridurre la dipendenza energetica dell'UE dalla Russia, combattendo il "denaro sporco" in casa Il testo afferma inoltre che l'UE deve ridurre la sua dipendenza dal gas russo, dal petrolio e da altre materie prime, almeno finché il presidente Putin è al potere. Il Green Deal europeo e il potenziamento di nuove risorse svolgeranno un ruolo geopolitico cruciale nel raggiungimento di questo obiettivo
I deputati vogliono che l'UE sviluppi la sua capacità di esporre e fermare i flussi di denaro sporco dalla Russia, nonché di esporre le risorse e le attività finanziarie che autocrati e oligarchi legati al regime hanno nascosto negli Stati membri dell'UE.
Preoccupazioni in vista delle elezioni parlamentari del 2021 in Russia
I membri concludono chiedendo all'UE di essere pronta a negare il riconoscimento del parlamento russo se le elezioni parlamentari del 2021 a settembre si svolgeranno in violazione dei principi democratici e del diritto internazionale.
Citazione
“La Russia può essere una democrazia e difendere 'Democracy First' nelle relazioni dell'UE con la Russia è il nostro primo compito. L'UE e le sue istituzioni devono lavorare partendo dal presupposto che il cambiamento sia possibile in Russia. Occorre anche più coraggio nell'assumere una posizione forte nei confronti del regime del Cremlino quando si tratta di difendere i diritti umani; questo è l'obiettivo dell'impegno strategico con il popolo russo. Si tratta di porre fine alla repressione interna, restituire la scelta al popolo e liberare tutti i prigionieri politici”, ha affermato il relatore Andrius Kubilius (PPE, Lituania) dopo il voto.
“Inoltre, se le elezioni parlamentari di questa settimana in Russia saranno riconosciute come fraudolente, l'Ue non dovrebbe riconoscere la Duma russa e dovrebbe chiedere la sospensione del Paese dalle assemblee parlamentari internazionali, compresa quella del Consiglio d'Europa. La continua repressione da parte del Cremlino di tutti i candidati dell'opposizione, dei media liberi e delle ONG mina la legittimità e l'equità di queste elezioni. Il popolo russo deve avere il diritto di scegliere e le sue scelte devono essere onorate, come in qualsiasi altro Paese democratico”, ha aggiunto.
Contatti:
Viktor ALMQVIST Addetto stampa (+32) 228 32834 ; (+32) 470 882942.
Comunicato stampa
16 09 2021
I deputati chiedono alla Commissione di elencare la violenza di genere come una nuova sfera di criminalità ai sensi dell'articolo 83(1) del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, insieme ad altri crimini che devono essere combattuti su base comune come il traffico di esseri umani, di droga e di armi, il crimine informatico e il terrorismo.
Il testo è stato approvato con 427 voti favorevoli, 119 contrari e 140 astensioni (maggioranza assoluta). Ciò servirebbe da base giuridica per una direttiva UE incentrata sulle vittime, che utilizzi gli standard della Convenzione di Istanbul e altri standard internazionali e dovrebbe includere in particolare:
- misure di prevenzione, anche attraverso programmi di istruzione sensibili alla dimensione di genere e reattivi agli aspetti intersettoriali
- servizi di sostegno, protezione e misure di risarcimento per le vittime
- misure per combattere tutte le forme di violenza di genere, comprese la violenza contro le persone LGBTIQ+
- standard minimi di applicazione della legge;
- disposizioni per garantire che gli episodi di violenza di genere siano presi in considerazione nel determinare la custodia dei bambini e i diritti di visita; e
- cooperazione tra gli Stati membri e lo scambio di migliori prassi, informazioni e competenze.
Inoltre, i deputati denunciano il femminicidio come forma più estrema di violenza di genere contro le donne e le ragazze e sottolineano che anche negare l'assistenza all'aborto sicuro e legale è una forma di violenza di genere. Oltre ai molti effetti negativi personali, sociali ed economici della violenza di genere, i deputati fanno notare che la situazione è esacerbata con la pandemia e che la mancata risposta sulla carenza di fiducia da parte delle vittime di violenza di genere nei confronti delle autorità di contrasto e del sistema giudiziario è un elemento che contribuisce in modo importante allo scarso numero di denunce.
Contesto
Un terzo delle donne nell'UE ha subito violenza fisica e/o sessuale. Circa 50 donne perdono la vita a causa della violenza domestica ogni settimana e il 75% delle donne in ambito professionale ha subito molestie sessuali.
Prossime tappe
Nel suo discorso inaugurale del luglio 2019 e nei suoi orientamenti politici, la Presidente della Commissione Ursula von der Leyen si è impegnata a rispondere con un progetto legislativo ogni volta che il Parlamento, a maggioranza assoluta dei suoi membri, adotta una risoluzione che richiede una proposta legislativa.
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Comunicato Stampa
11-05-2021 01:38
Garantire l'accesso all'aborto sicuro e legale
Rimuovere tutte le barriere che impediscono il pieno accesso ai servizi di salute sessuale e riproduttiva
La pandemia di COVID-19 ha un impatto negativo sulla salute e sui diritti delle donne
Accesso all'aborto, alla contraccezione e all'educazione sessuale
L'impatto negativo della pandemia sulla salute delle donne
Deplorando che l'accesso all'aborto continui a essere limitato durante la crisi COVID-19, così come gli effetti che la pandemia ha avuto sulla fornitura e sull'accesso ai contraccettivi, i deputati esortano i paesi dell'UE a considerare la salute impatto di questa crisi attraverso una lente di genere e garantire la continuazione di una gamma completa di servizi SRHR attraverso i sistemi sanitari. Citazione Relatore Pedrag Matić(S&D, HR) ha dichiarato: ''Nel testo adottato oggi, chiediamo chiaramente agli Stati membri di garantire l'accesso universale a SRHR per tutti e di dimostrare che il PE ha la forza di contrastare coloro che si oppongono ai diritti umani fondamentali. L'educazione sessuale, l'accesso alla contraccezione e ai trattamenti per la fertilità, nonché l'aborto, costituiscono alcune delle componenti chiave dei servizi SRHR. Si tratta di un passo importante per garantire che tutti i cittadini dell'UE abbiano accesso all'SRHR e che nessuno venga lasciato indietro nell'esercizio del proprio diritto alla salute''.
Contatti Federico DE GIROLAMO Addetto stampa PE (+32) 2 28 31389 (BXL) (+33) 3 881 72850 (STR) (+32) 498 98 359Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.">
Comunicato Stampa
29-04-2021
Pieno sostegno alla Repubblica Ceca nella disputa diplomatica con la Russia
<Un’informazione libera e indipendente è una discriminante fondamentale tra i sistemi democratici e i regimi autoritari>.
Giorgio Napolitano
LIBERTA' D’ESPRESSIONE E LIBERTA' D’INFORMAZIONE
di Edoardo Pusillo, docente a.c. di Diritto dell' Unione Europea
e membro del Comitato Scientifico del CEDU OdV - Italia
Marzo 2021
La libertà d’espressione è uno dei principi fondamentali degli ordinamenti democratici. Essa implica, o meglio include: la libertà di opinione, cioè la libertà di esprimere il proprio pensiero, e la libertà di informazione, cioè la libertà di cercare, ricevere o comunicare informazioni.
La libertà d’espressione attribuisce ad ogni persona la libertà di dire il proprio pensiero, esprimere i propri valori e le proprie convinzioni, sia religiose sia politiche, senza essere discriminati o peggio ancora perseguitati. La libertà d’espressione è un diritto primario, ma anche funzionale ad altri diritti, per usare le parole di Marina Castellaneta <è un valore fondamentale la cui protezione è strumentale anche a garantire l’esercizio di altri diritti e ad assicurare l’affermazione dei valori democratici>[1].
Nell’ambito del diritto internazionale e della tutela dei diritti fondamentali, diritti definiti fondamentali proprio perché imprescindibili, insopprimibili e irrinunciabili, la libertà d’espressione è stata oggetto di numerosi atti quali dichiarazioni, convenzioni, accordi, ecc. Atti finalizzati a garantire l’esercizio della libertà di espressione all’interno degli Stati e attribuire in capo agli organi di uno Stato, sia organo legislativo (cioè il parlamento), esecutivo (il governo) o giudiziario (tribunale), l’obbligo di garantire il rispetto questo diritto.
Il primo atto internazionale in cui viene fatto riferimento alla libertà di espressione gli storici lo fanno risalire al 1789, un testo approvato nel corso della Rivoluzione francese. L’atto è la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” approvato dall’Assemblea Nazionale francese il 26 agosto dello stesso anno.
Nella Dichiarazione del 1789, all’articolo 11, si legge: <La libera manifestazione dei pensieri e delle opinioni è uno dei diritti più preziosi dell’uomo; ogni cittadino può dunque parlare, scrivere, stampare liberamente, salvo a rispondere dell’abuso di questa libertà nei casi determinati dalla Legge>.
Un altro importante atto internazionale in cui è citata la libertà d’espressione è la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1948 a New York. La Dichiarazione, all’art 19, afferma che <ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo alle frontiere>.
La scelta di prevedere la libertà di espressione attraverso <ogni mezzo> è stata decisamente lungimirante perché consente oggi l’applicazione delle disposizione a tutti i moderni strumenti tecnologici di comunicazione, quindi anche a Internet.
La “Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha ispirato altri atti internazionali come la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali approvata dal Consiglio d’Europa (Cedu)[2] il 4 novembre 1950 con l’istituzione della Corte europea dei Diritti dell’Uomo che ha sede anch’essa a Strasburgo. Il Consiglio d’Europa ha, pertanto, avviato un efficace sistema di protezione dei diritti umani salvaguardando gli ideali di libertà, giustizia e democrazia che sono comune patrimonio di civiltà[3].
La Convenzione, all’art 10, articolo interamente dedicato alla libertà d’espressione, sancisce:
<1. Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. Il presente articolo non impedisce agli Stati di sottoporre a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, cinematografiche o televisive.
2. L’esercizio di queste libertà, poiché comporta doveri e responsabilità, può essere sottoposto alle formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni che sono previste dalla legge e che costituiscono misure necessarie, in una società democratica, alla sicurezza nazionale, all’integrità territoriale o alla pubblica sicurezza, alla difesa dell’ordine e alla prevenzione dei reati, alla protezione della salute o della morale, alla protezione della reputazione o dei diritti altrui, per impedire la divulgazione di informazioni riservate o per garantire l’autorità e l’imparzialità del potere giudiziario>.
Da ultimo la libertà d’espressione è garantita anche dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000 e adattata il 12 dicembre 2007.
La Carta nasce per volontà del Consiglio europeo di Colonia del 1999[4], quando i capi di Stato e di Governo dichiarando che <La tutela dei diritti fondamentali costituisce un principio fondatore dell'Unione europea e il presupposto indispensabile della sua legittimità>[5] sostenendo la necessità di <elaborare una Carta di tali diritti al fine di sancirne in modo visibile l'importanza capitale e la portata per i cittadini dell'Unione>[6].
La Carta all’articolo 11 dedicato alla “Libertà di espressione e d'informazione” sancisce:
<1. Ogni persona ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera.
2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati>.
La Carta, secondo Marina Castellaneta, colma <una lacuna, almeno formale, nella tutela della libertà di espressione e d’informazione nell’ambito dell’Unione europea anche se tale libertà in ogni caso era stata riconosciuta in sede giurisdizionale come principio generale del diritto, parte delle tradizioni costituzionali comuni degli Stati membri>[7].
Da ultimo occorre sottolineare che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea menziona espressamente il rapporto tra l’Ue e il Consiglio d’Europa affermando, nel preambolo, che <nel rispetto delle competenze e dei compiti dell'Unione e del principio di sussidiarietà, i diritti derivanti in particolare dalle tradizioni costituzionali e dagli obblighi internazionali comuni agli Stati membri, dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà fondamentali, dalle carte sociali adottate dall'Unione e dal Consiglio d'Europa, nonché dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell'Unione europea e da quella della Corte europea dei diritti dell'uomo ... >.
La libertà di espressione è ribadita in molti altri atti internazionale, anche al di fuori dei confini europei, per esempio nella Carta africana sui diritti umani e dei popoli, adotta dall’Organizzazione per l’Unità Africana[8] nel 1981, oppure tra i Paesi di area musulmana la Carta dei diritti dell’Uomo del 1994 adottata nell’ambito della Lega araba, e ancora nella Dichiarazione dei diritti umani dell’Islam adotta nel 1990 nell’ambito dell’Organizzazione della cooperazione islamica, liberà di espressione ovviamente condizionata al rispetto della legge islamica.
Veniamo ora alla liberà di informazione che è, come abbiamo visto, parte della libertà di espressione. La stessa assemblea generale dell’Onu nella risoluzione 59 del 14 dicembre 1946 precisava che <la libertà di informazione, che costituisce una tra le diverse modalità di realizzazione della libertà di espressione, è un diritto fondamentale dell’uomo che implica il diritto di raccogliere, trasmettere e pubblicare>[9]. E per indicare gli strumenti idonei a garantire l’applicazione di questo diritto nel 1948 nell’ambito delle Nazioni Unite fu convocata a Ginevra la Conferenza sulla libertà di informazione.
Per libertà di informazione, appunto “parte” della libertà di espressione, si intende il diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni attraverso la stampa, la televisione, Internet o qualsiasi altro mezzo di diffusione.
Perché così importante la libertà d’informazione? La libertà di informazione[10] proprio in quanto diritto di cercare, ricevere e diffondere informazioni è fondamentale perché una persona è informata è conseguentemente in grado di avere una propria opinione quindi di scegliere. In generale possiamo dire che la libertà di informazione è necessaria alla formazione dell’opinione pubblica. Ma non è tutto la libertà di informazione è importante per l’esercizio di altri diritti. Pensiamo ad esempio al diritto di voto, ogni persona può esercitare compiutamente il proprio diritto di voto (sia attivo ma anche passivo) solo se è informata, per esempio sul programma politico di un determinato partito o di un candidato. Oppure, altro esempio, può esercitare pienamente il proprio diritto all’istruzione o diritto al lavoro se è a conoscenza dei programmi di studio ovvero le materie, gli sbocchi professionali, le opportunità occupazionali e via dicendo.
Sotto taluni aspetti si potrebbe dire che la libertà di informazione è propedeutica ad altri diritti. In altre parole la libertà di informazione è garanzia che gli altri diritti possano essere compiutamente esercitati e tutti possano partecipare ed essere parte della via democratica di uno Stato.
All’inizio del nuovo millennio nuovi diritti sono stati socialmente e politicamente rivendicati. La libertà di informazione, anche in questi casi, ha una grande rilevanza. Oggi molti di questi nuovi diritti sono largamente accettati e riconosciuti e sono disciplinati da atti normativi. Tra i nuovi diritti cito:
- il diritto ad un ambiente non inquinato;
- la tutela dei dati personali e della privacy individuale e familiare;
- la tutela dei consumatori;
- la partecipazione alla società dell’informazione e l’accesso alla cittadinanza digitale.
Il grande giurista, storico e politologo Norberto Bobbio, pur non usando una terminologia rigorosa e costante, ha posto per primo in evidenza la categoria dei nuovi diritti chiamandoli "diritti della terza generazione" distinguendoli dai "diritti della prima generazione" (cioè i diritti politici, di libertà, di proprietà privata) e dai "diritti della seconda generazione", o diritti sociali, inclusivi dei diritti al lavoro, all’istruzione, alla salute, oltre alle varie prestazioni pubbliche di assistenza e previdenza sociale garantite in particolare dallo Stato sociale o welfare State[11].
Trattando di informazione il pensiero corre, inevitabilmente, anche alla disinformazione ed agli effetti dannosi che può causare. Per disinformazione, prendendo in prestito la definizione del dizionario on line Traccani, si intende la <diffusione intenzionale di notizie o informazioni inesatte o distorte allo scopo di influenzare le azioni e le scelte di qualcuno … >.[12]
La disinformazione è quindi sempre in agguato ma sta ovviamente al singolo valutare se una notizia è innanzitutto veritiera, cioè rispetta la verità dei fatti, se è una informazione pubblicitaria (o più genericamente appartiene al variegato mondo della comunicazione) quindi è utilizzata da imprese, da partiti politici, gruppi o persone singole per creare consenso intorno alla propria immagine, oppure occorre valutare se si trova di fronte a quelle che oggi si definiscono fake[13] news cioè notizie false, inventate. E la disinformazione, nell’era di Internet, è anche un business il cui giro d’affari è incalcolabile. Molti siti on line nascono e muoiono nel giro di poco tempo e vivono solo per attirare pubblicità e i contratti pubblicitari “vanno” laddove ci sono molte “visite”, o meglio molti “accessi”. Una pagina contenente una notizia clamorosa, anche se falsa, attira inevitabilmente molti visitatori e conseguentemente attira anche pubblicità, e soldi per chi gestisce il sito.
[1] Marina Castellaneta, La libertà di stampa nel diritto internazionale ed europeo, Cacucci Editore Bari, 2012, Pag 2
[2] A cui l’Italia ha dato esecuzione con legge 4 agosto 1955 n 848.
[3] Cfr Edoardo Pusillo, Europa contenuti politici, giuridici ed economici del processo di integrazione, Ed Ecig – Universitas, terza edizione, 2015
[4] Il 3 - 4 giugno 1999.
[5] Consiglio europeo di Colonia, conclusioni della presidenza, l’allegato IV, decisione relativa all’elaborazione di una Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
[6] Idem.
[7] Marina Castellaneta, La libertà di stampa nel diritto internazionale ed europeo, Cacucci Editore Bari, 2012.
[8] Dal 2001 Unione africana.
[9] Marina Castellaneta, La libertà di stampa nel diritto internazionale ed europeo, Cacucci Editore Bari, 2012.
[10] Diversa è invece la comunicazione, cioè una informazione, per esempio, pubblicitaria quindi utilizzata da imprese, da partiti politici, gruppi o persone singole per creare consenso intorno alla propria immagine
[11] Cfr Norberto Bobbio, L’età dei diritti, ed Einaudi, 2014.
[12] Https://www.treccani.it/vocabolario/disinformazione/
[13] Fake è un termine inglese traducibile con falso, contraffatto, alterato.
Comunicato stampa
04-03-2021
La dimensione di genere deve essere inclusa nei piani di risanamento COVID-19
Contatti Nicolas DELALEU stampa ufficiale +32) 2 28 44407 (BXL) (+33) 3 881 72097 (STR) (+32) 471 95 35 11
Comunicato stampa
I deputati e i parlamentari nazionali discuteranno il ruolo chiave delle donne nella lotta alla pandemia durante una riunione della commissione interparlamentare giovedì mattina.
Evento plenario
L'8 marzo, subito dopo l'apertura della sessione plenaria, il PE celebrerà la Giornata internazionale della donna. Il Primo Ministro della Nuova Zelanda, Jacinda Ardern, si rivolgerà ai deputati tramite un videomessaggio preregistrato.
Facebook Live
Sempre l'8 marzo, la presidente della commissione per i diritti delle donne, Evelyn Regner, sarà in diretta su Facebook per rispondere alle domande dei cittadini sullo stato attuale dell'uguaglianza di genere nell'UE e su come la pandemia ha peggiorato la condizione delle donne. Guardalo dal vivo qui .
11-02-2021
Le autorità ruandesi devono spiegare la sparizione forzata di Paul Rusesabagina
Le autorità del Kazakistan devono rispettare gli standard internazionali per le elezioni
Comunicato Stampa
11 02 2021
L'aumento della violenza domestica deve essere affrontato con urgenza.
Contatti: Nicolas DELALEU Premere Οfficer +32) 2 28 44407 (BXL); +33) 3881 72097 (STR);+32) 471 95 35 11
Tratta di esseri umani: proteggere donne, bambini e migranti
Comunicato stampa
10 02 2021
- Internet, social media e nuove tecnologie usati per attirare le vittime
- Richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono i soggetti più a rischio
- La pandemia COVID-19 ha aggravato la situazione
- sottolinea che quasi un quarto del totale delle vittime sono bambini e chiede ai Paesi UE di sviluppare misure specifiche per la protezione e l’assistenza;
- osserva che lo sfruttamento delle vittime della tratta può assumere diverse forme, come lo sfruttamento del lavoro, l'accattonaggio forzato, il matrimonio forzato e fittizio, la criminalità forzata, ma anche la vendita di neonati, il commercio di organi o l'adozione illegale;
- avverte che la situazione delle vittime della tratta è peggiorata dall'inizio della pandemia e denuncia l'aumento degli annunci online in cui sono presenti vittime della tratta e la domanda di pornografia infantile.
Comunicato Stampa
- La sentenza non avrebbe dovuto essere emessa mentre erano in vigore le restrizioni sanitarie e le assemblee pubbliche erano vietate.
- I diritti umani fondamentali delle donne non sono più garantiti
- L’UE ha il dovere di reagire al “collasso sistemico dello Stato di diritto
Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni
Il PE sottolinea che, in linea con la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo, le leggi restrittive sull'aborto violano i diritti umani delle donne. L’accesso tempestivo e incondizionato ai servizi di salute riproduttiva e il rispetto dell'autonomia e dell'indipendenza decisionale delle donne in materia di riproduzione sono fondamentali per tutelare i diritti umani delle donne e l'uguaglianza di genere.
I deputati hanno espresso il loro sostegno e la loro solidarietà ai cittadini polacchi, in particolare alle donne e alla comunità LGBTI+ che “nonostante i rischi sanitari, si sono recate in strada per protestare contro gravi restrizioni delle loro libertà e dei loro diritti fondamentali”, sottolineando come la sentenza sia stata emessa mentre erano in vigore le restrizioni legate alla sanità pubblica a causa della pandemia COVID-19 che hanno ostacolato lo svolgimento di qualsiasi dibattito democratico.
Contatti: Federico De Girolamo Addetto stampa PE (+32) 2 28 31389(BXL);+32) 498 98 35 91; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.">Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo..eu
Adesione e recesso dall'Unione Europea
Nel corso di settant’anni di storia le adesioni sono state molte permettendo all’Ue di passare dai sei Stati fondatori (la cosiddetta “Vecchia Europa”) a ben ventotto nel 2013 con l’arrivo della Croazia (ultima adesione in ordine di tempo) mentre a recedere è stato un solo Stato, il Regno Unito, nel 2020, oggi pertanto all’Unione europea è composta da 27 Stati membri.
La seconda fase è invece finalizzata a definire e regolare le condizioni di ammissione e si basa sull’accordo raggiunto attraverso negoziati (che si svolgono durante conferenze intergovernative) tra le istituzioni europee, tutti gli Stati membri ed il Paese richiedente. Oltre a sostenere il Paese candidato nella preparazione all’adesione, i negoziati permettono all’UE programmare e organizzare l’ingresso di un nuovo Stato. Completati i negoziati tutti i termini e le condizioni di adesione, comprese eventuali clausole di salvaguardia e disposizioni transitorie, sono inseriti in un trattato, il trattato di adesione.
Tale trattato richiede il consenso del Parlamento europeo e l’approvazione unanime del Consiglio.
Il trattato di adesione deve successivamente essere ratificato da tutti gli Stati membri conformemente alle loro rispettive norme costituzionali.
Essi, sinteticamente, sono:
Notizie di settembre e ottobre dal Parlamento europeo 15 09 2020
Notizie di settembre e ottobre dal Parlamento europeo
Maggiori informazioni
È stato imprigionato il 29 marzo, accusato dalle autorità di "incitamento all'assemblea disarmata" e di "indebolimento dell'unità nazionale".
Questa condanna ha suscitato la condanna delle associazioni per la difesa dei diritti umani e di quelle delle organizzazioni di giornalisti.
Khaled Drareni è stato condannato a seguito della sua copertura, il 7 marzo, di una manifestazione dell'algerino Hirak .
Contatti: Viktor ALMQVIST Addetto stampa (+32) 2 28
foreign-Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. @EP_HumanRights
Lo studio fornisce un'analisi approfondita della rappresentanza femminile in 41 paesi europei ea tutti i livelli di governo, dai consigli locali fino al Parlamento europeo.
Il CERM sarà rappresentato dalla Sig.ra Carola Gunnarsson, Lord Mayor di Sala (Svezia), Portavoce del CEMR per gli Affari Internazionali, Vicepresidente europeo delle Città Unite e dei governi locali.
Background
Aung San Suu Kyi è attualmente Consigliere di Stato e Ministro degli Affari Esteri del Myanmar.
Contatti: Viktor ALMQVIST Addetto stampa (+32) 2 28
Dal luglio di quest'anno, il dottor Mukwege ha ricevuto minacce sempre più gravi e continue in risposta ai suoi ripetuti appelli per porre fine all'impunità per gli autori di crimini sessuali e massacri a Kipupu, Sange e nella provincia dell'Ituri nel paese.
Accolgono inoltre con favore la decisione delle Nazioni Unite di ripristinare la protezione della sicurezza per lui. Il governo della RDC non deve ritardare lo svolgimento di un'indagine completa sulle minacce, come promesso dal presidente della RDC Félix Tshisekedi, afferma il testo.
La situazione umanitaria in Mozambico
Le Filippine
Condannano inoltre tutte le minacce, molestie, intimidazioni, stupri e violenze contro coloro che cercano di esporre le accuse di esecuzioni extragiudiziali e altre violazioni dei diritti umani nel paese, inclusi i diritti umani e attivisti ambientali, sindacalisti e giornalisti.
Contatti: Viktor ALMQVIST Addetto stampa (+32) 2 28
Il gruppo si sta opponendo a una miniera di ossido di ferro in Honduras. È imperativo che venga avviata un'indagine credibile, indipendente e immediata su questo caso e che i responsabili siano chiamati a risponderne”, ha aggiunto.
Contesto
Il Premio Sacharov per la libertà di pensiero viene assegnato ogni anno dal Parlamento europeo. È stato istituito nel
Comunicato Stampa 23-10-2020 - 12:56
L'equa partecipazione delle donne ai negoziati di politica estera dell'UE e ai processi di pace e sicurezza è collegata a una maggiore prosperità economica e al progresso della sicurezza globale, della democrazia e della pace sostenibile, affermano i
Il Parlamento invita inoltre la Commissione e il SEAE a sostenere sistematicamente la salute ei diritti sessuali e riproduttivi, nonché l'accesso alla pianificazione familiare, alla contraccezione e ai servizi di aborto sicuro e legale. Per affrontare la povertà tra le donne, combattere lo sfruttamento e promuovere un mercato del lavoro più inclusivo, i deputati esortano anche gli Stati membri e le istituzioni dell'UE ad aumentare i finanziamenti, ad esempio fornendo microcrediti.
Contesto
Le donne rimangono largamente sottorappresentate e sottovalutate nella politica e nei processi decisionali nell'UE e
https://eeas.europa.eu/delegations/mali/28415/node/28415_ky
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Notizie di luglio e agosto dal Parlamento europeo
La Presidenza tedesca delinea le priorità alle commissioni del Parlamento Europeo. La Germania detiene la Presidenza del Consiglio fino alla fine del 2020.
Comunicati stampa
Diritti delle donne e uguaglianza di genere
Venerdì 3 luglio 2020, Franziska Giffey, Ministro per la famiglia, gli anziani, le donne e la gioventù, ha dichiarato alla commissione per i diritti delle donne che la presidenza ha due priorità principali sull'uguaglianza di genere. In primo luogo, affrontare la mancanza di parità tra uomini e donne sul mercato del lavoro, in particolare presentando una direttiva sulla parità di retribuzione a novembre. In secondo luogo, porre fine a tutte le forme di violenza di genere, in particolare spingendo affinché la Convenzione di Istanbul venga ratificata da tutti gli Stati membri e istituendo un'unica linea di assistenza a livello europeo per le donne in emergenza.
Nel dibattito, gli eurodeputati hanno chiesto al ministro come intendeva fare progressi sulla direttiva sulle donne nei consigli, che è stata bloccata in Consiglio da otto Stati membri, compresa la Germania. "Terrò discussioni mirate e lotterò molto per fare progressi su questo fascicolo", ha risposto. Diversi deputati hanno inoltre chiesto che tutte le politiche dell'UE, compreso il prossimo QFP e il piano di ripresa, includano una prospettiva di genere.
07-07-2020
I ministri stanno delineando le priorità della Presidenza tedesca del Consiglio dell'UE alle commissioni parlamentari, in una serie di riunioni.
Commissione giuridica
Martedì 7 luglio, il ministro della giustizia e della tutela dei consumatori Christine Lambrecht ha parlato di come affrontare le ripercussioni della crisi COVID-19 sulle restrizioni alla libertà di espressione, lo stato di diritto e la crescente diffusione della disinformazione e dell'incitamento all'odio online. Ha confermato che il futuro quadro per l'IA, la strategia sui diritti di proprietà intellettuale, la digitalizzazione della giustizia e la responsabilità sociale delle imprese saranno al centro delle prossime riunioni.
Il presidente della commissione ha accolto con favore l'ambizione dimostrata dalla presidenza e ha sottolineato che i prossimi sei mesi saranno cruciali per il futuro dell'Europa e daranno forma al resto del mandato del Parlamento. Diversi eurodeputati hanno parlato della mancanza di coordinamento e interoperabilità delle app di tracciamento COVID-19, dell'indipendenza della magistratura nel prossimo meccanismo dello stato di diritto, delle priorità del Digital Services Act e hanno ribadito la necessità di sbloccare finalmente la situazione di stallo sulle donne nei fascicoli "di bordo" e "rapporto paese per paese" del Consiglio.
Affari Esteri
Lunedì 13 luglio 2020, il ministro degli Esteri Heiko Maas ha sottolineato che l'intensificazione della cooperazione politica ed economica con i paesi africani sarà una delle priorità dell'agenda della Presidenza. Quando si tratta della Cina, il ministro degli Esteri ha chiarito che l'UE può progredire nelle sue relazioni con la Cina solo se continua a parlare con una sola voce. Ha espresso la speranza di organizzare quanto prima un incontro di alto livello tra l'UE e la Cina.
Per quanto riguarda i legami dell'UE con la Russia, il sig. Maas ha affermato che la politica dell'UE nei confronti della Russia non potrà essere rivalutata fino a quando non sarà cessata la violenza nell'Ucraina orientale. In merito all'allargamento dell'UE, ha sottolineato di essere soddisfatto che l'UE abbia accettato di aprire i negoziati di adesione sia con l'Albania che con la Macedonia del Nord. I deputati hanno anche interrogato Heiko Maas sulle politiche dell'UE nei confronti di Russia, Cina e Turchia, la situazione in Siria e Libia, le interferenze straniere e la disinformazione ei colloqui in corso tra Serbia e Kosovo per risolvere le loro controversie territoriali.
Libertà civili, giustizia e affari interni
La riforma della politica comune in materia di migrazione e asilo è stata al centro del dibattito con il ministro dell'Interno Horst Seehofer il 13 luglio in seno alla commissione per le libertà civili. Sebbene non sia possibile portare a termine il lavoro legislativo quest'anno, la Presidenza tedesca cercherà di mediare un accordo politico nei settori più importanti, basato sulla solidarietà, l'equità e l'efficienza, ha promesso Seehofer. I deputati lo hanno interrogato sulle attività di ricerca e soccorso e sulla migrazione legale, che considera un elemento chiave di qualsiasi strategia di migrazione, ma che non implica un "libero accesso incondizionato all'Europa".
Seehofer ha sottolineato la necessità di rafforzare la cooperazione tra le forze di sicurezza nell'UE e garantire finanziamenti adeguati per le agenzie che contribuiscono alla sicurezza dei cittadini dell'UE. Rispondendo alle domande degli eurodeputati sull'estremismo e la radicalizzazione, il ministro ha sottolineato che la lotta all'estremismo di destra è una delle priorità della presidenza tedesca.
Sicurezza e difesa
Martedì 14 luglio, il ministro della Difesa Annegret Kramp-Karrenbauer ha sottolineato che la crisi del COVID-19 segnerà la politica di difesa e sicurezza della Presidenza. Ha detto agli eurodeputati che la Presidenza si concentrerà sulla resilienza europea. L'Europa non è stata in grado di agire quando si tratta di minacce ibride, che include lo scenario di una pandemia, ha detto.
La sig.ra Kramp-Karrenbauer ha anche parlato della sovranità europea, sottolineando che l'UE ha bisogno di maggiori capacità e risorse, soprattutto nelle relazioni con la NATO. Ha sottolineato l'importanza del Fondo europeo per la pace, quando si tratta della partecipazione di paesi terzi alle missioni dell'UE.
Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare
Giovedì 16 luglio, il ministro per l'alimentazione e l'agricoltura Julia Klöckner ha affermato che garantire una disponibilità di cibo sufficiente e sicura sarà fondamentale per uscire dalla crisi del COVID-19. La signora Klöckner ha sottolineato la strategia Farm to Fork e concordando sulla riforma della PAC dell'UE come priorità principali per la presidenza, oltre a lavorare per creare un sistema di etichettatura nutrizionale a livello di UE e un'etichetta per il benessere degli animali, nonché ridurre lo spreco alimentare.
Diversi eurodeputati hanno sollevato domande sulla strategia per la biodiversità, l'inquinamento da agricoltura, il benessere degli animali e la protezione degli impollinatori attraverso la riduzione dell'uso di pesticidi. Hanno anche discusso del cibo biologico e della protezione degli agricoltori dell'UE, anche negli accordi commerciali dell'UE con i paesi terzi.
Occupazione e affari sociali
Giovedì 16 luglio, il ministro del Lavoro e degli affari sociali Hubertus Heil ha detto ai deputati che la solidarietà e il rafforzamento della sicurezza sociale sarebbero in cima all'agenda, con una proposta legislativa per un salario minimo e conclusioni del Consiglio sui sistemi di sicurezza sociale di base previste in autunno. In merito all'intelligenza artificiale (AI) e al lavoro sulle piattaforme, il ministro Heil ha affermato che il progresso tecnologico e sociale dovrebbe andare di pari passo e che l'IA non dovrebbe sostituire i dipendenti, ma supportarli. Tra le priorità figurano anche la garanzia dei diritti umani e delle condizioni di lavoro nelle catene di approvvigionamento globali, nonché la ricerca di un accordo sul coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale entro l'anno.
Le domande dei membri si sono concentrate sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, lo stato di avanzamento di un programma di riassicurazione contro la disoccupazione dell'UE, una maggiore garanzia per i giovani, i diritti delle persone con disabilità e la garanzia dell'uguaglianza di genere nella progettazione delle politiche. Diversi membri hanno sottolineato che i lavoratori transfrontalieri e stagionali necessitano di una migliore protezione sociale e condizioni abitative.
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Nella prossima agenda DROI del 31 agosto 2020
25-08-2020 - 16:38
La sottocommissione per i diritti umani terrà uno scambio di opinioni con il dottor Denis Mukwege, vincitore del Premio Sakharov 2014 e Premio Nobel per la pace 2018, per il primo incontro dopo la pausa estiva. Denis Mukwege è stato ripetutamente minacciato di morte per aver denunciato violazioni dei diritti umani, violazioni sessuali contro le donne e recenti sviluppi preoccupanti, inclusi omicidi di massa.
L'incontro affronterà anche le sfide nell'attuazione delle raccomandazioni relative ai diritti umani contenute nel Rapporto cartografico delle Nazioni Unite, 10 anni dopo la sua pubblicazione, alla presenza del Rappresentante dell'Alto Commissario per i diritti umani, DRC MONUSCO-Headquarter.
• PROSSIMI MEETING DROI - 31 agosto e 7 settembre 2020
20-08-2020 - 15:09 Nel contesto della crescita esponenziale della malattia da coronavirus (COVID-19), il presidente del Parlamento europeo ha annunciato una serie di misure per contenere la diffusione dell'epidemia e salvaguardare le attività centrali del Parlamento.
Il 2 luglio 2020 la Conferenza dei presidenti ha aggiornato il calendario delle attività del PE.
Le attività principali sono ridotte, ma mantenute per garantire che le funzioni legislative, di bilancio e di controllo dell'istituzione insieme a questioni urgenti nel campo dei diritti umani e della democrazia siano proseguite.
A seguito di queste decisioni, la prossima riunione dei sottocomitati DROI è prevista per lunedì 31 agosto dalle 13.45 alle 15.45 e lunedì 7 settembre dalle 9.00 alle 11.00e dalle 11.30 alle 12.30. Questi incontri si terranno a distanza.
Comunicati stampa
I deputati chiedono alle autorità iraniane di ascoltare Nasrin Sotoudeh che mette a rischio la sua vita per salvare i prigionieri politici
18-08-2020 - 14:21
I principali deputati esprimono preoccupazione per la salute della vincitrice del Premio Sacharov Nasrin Sotoudeh e chiedono alle autorità iraniane di ascoltare la sua richiesta di giustizia.
Heidi Hautala, vicepresidente responsabile per la democrazia, i diritti umani e la comunità Sakharov, e Maria Arena, presidente della sottocommissione per i diritti umani, hanno rilasciato la seguente dichiarazione sul rinnovato sciopero della fame di Nasrin Sotoudeh e sull'aumento della pressione sulla sua famiglia:
"Siamo fortemente preoccupati per la salute della nostra vincitrice del Premio Sacharov Nasrin Sotoudeh. Per la seconda volta in meno di sei mesi, mette a rischio la sua vita in uno sciopero della fame, poiché le autorità iraniane si rifiutano di rispondere a qualsiasi comunicazione che richieda azioni legali. per il rilascio di difensori dei diritti umani e prigionieri di coscienza. La situazione ingiusta e illegale dei prigionieri politici in Iran è stata aggravata durante la pandemia COVID-19. Sono stati ampiamente esclusi dal rilascio di massa di prigionieri nel marzo 2020 in risposta allo scoppio di Corona e continuano ad essere privati del loro diritto legale di ricorso.
Nasrin Sotoudeh sta scontando una pena detentiva di 38 anni con accuse inventate e subisce un trattamento arbitrario. Alla fine di luglio, il procuratore di Teheran ha congelato i suoi conti bancari senza giustificazione. Ieri, sua figlia Mehraveh è stata arrestata e rilasciata in attesa di una seconda convocazione.
Tuttavia, il coraggio di Nasrin Sotoudeh non diminuisce, mentre continua ad alzare la voce per i più vulnerabili. È tempo che le autorità iraniane ascoltino la sua richiesta di giustizia e si astengano dal fare pressioni sulla sua famiglia! "
Per ulteriori informazioni contattare:
Ufficio di Heidi Hautala, tel. +32 2 28 45518, e-mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. Unità Azioni sui diritti umani, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Maria Arena condanna fermamente l'uccisione dell'attivista per i diritti umani Zara Alvarez
Comunicato Stampa 26-08-2020 - 16:43
Maria Arena, presidente della sottocommissione per i diritti umani (DROI), ha rilasciato la seguente dichiarazione dopo l'uccisione di Zara Alvarez, paralegal dell'alleanza per i diritti umani Karapatan:
“Sono stata molto rattristata e allarmata dalla notizia dell'uccisione della signora Zara Alvarez lunedì 17 agosto 2020. Secondo quanto riferito, è stata colpita a morte da persone sconosciute lungo Santa Maria Street a Eroreco a Barangay Mandalagan, città di Bacolod
La signora Zara Alvarez era una nota difensore dei diritti umani che lavorava come assistente legale per Karapatan (l'Alleanza per il progresso dei diritti delle persone). Ha ricevuto molte minacce ed è stata soggetta a ripetute molestie a causa del suo impegno per i diritti umani.
Condanno fermamente l'uccisione della sig.ra Zara Alvarez e desidero fare eco all'appello dell'Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani per un'indagine indipendente, approfondita e trasparente sul suo omicidio al fine di identificare tutti i responsabili, assicurarli alla giustizia e sanzionarli come previsto dalla legge.
Rimango ugualmente preoccupata per le uccisioni e gli attacchi in corso contro tutti coloro che agiscono per proteggere e garantire i diritti e le libertà e per promuovere la pace e lo sviluppo sostenibile nelle Filippine. Posso solo sottolineare che la protezione dei difensori dei diritti umani, compresa la loro sicurezza e benessere psicologico, nonché la loro capacità di svolgere le loro attività senza impedimenti o timori di rappresaglie, costituisce una parte essenziale del dovere dello Stato ”.
Per ulteriori informazioni contattare:
Ufficio di Maria Arena : 0032 2 28 45690 ; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.